Comunicato stampa - 4 maggio, 2006
Un rapporto pubblicato oggi da Greenpeace mostra il ruolo giocato dalle lobby dell'industria chimica nell'ostacolare il nuovo regolamento REACH, che dovrebbe proteggerci dalle sostanze pericolose. Secondo il rapporto, intitolato "Toxic Lobby, o come l'industria chimica sta tentando di distruggere REACH", l'industria ha spaventato e ingannato i politici, creato un clima di paura sui costi economici e la perdita dei posti di lavoro, cooptando anche le piccole e medie imprese in questa crociata.
Allarme boicottaggio Reach.
Un giorno dopo il lancio di una nuova iniziativa della
Commissione Europea per controllare l'influenza eccessiva delle
lobby a Bruxelles, questo rapporto documenta il ruolo predominante
del governo tedesco e della BASF nella battaglia anti REACH. BASF,
che ha cercato di mobilitare governi extraeuropei come gli Stati
Uniti contro il REACH, ha ammesso di aver finanziato nel 2005,
solamente in Germania, 235 politici. "La mancanza di responsabilità
e trasparenza penalizza una proposta di legge che difende
l'interesse pubblico. Non è accettabile che i politici diventino
dei lobbisti dell'industria chimica" commenta Vittoria Polidori,
responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace.
Il rapporto compara i costi di REACH (0,2 miliardi d'euro
l'anno) alle vendite annuali dell'industria chimica (586 miliardi
d'euro, ovvero 2.790 volte di più del costo di REACH). L'industria
chimica è ipocrita: mentre pretendeva di non poter sostenere i
costi del nuovo regolamento, cresceva senza sosta. BASF ha
aumentato le vendite del 14%, arrivando così a 47,2 miliardi
d'euro, il ricavo netto è aumentato del 50%, ovvero di 3 miliardi
d'euro.
Notes: Leggi il rapporto [ in inglese ]:
http://www.greenpeace.org/toxiclobby