Comunicato stampa - 30 ottobre, 2006
L'Italia, con il 21 per cento, è al secondo posto dopo la Svizzera per estensione delle masse glaciali alpine: il ghiacciaio dei Forni, con poco meno di 13 chilometri quadri, è il più vasto ghiacciaio vallivo italiano e anche quello dove la ritirata del fronte è più evidente, 20-30 metri l'anno.
Sotto la Marmolada nel 1870. Il limite inferiore cingeva completamente la Cima Dodici. Sopra il ghiacciaio della Marmolada ad oggi. Dal 1905 si è avuto un ritiro di circa 650 mt per il fronte Centrale, 400 mt e 380 mt per il fronte Occidentale e Orientale rispettivamente.
Greenpeace diffonde oggi le foto di una recente spedizione
organizzata sulla Marmolada con lo scopo di testimoniare gli
effetti del riscaldamento globale sui ghiacciai alpini. Sono state
realizzate, lavorando con ramponi ai piedi su una pendenza di circa
40 gradi, due enormi scritte alte 6 metri e lunghe 30 proprio sulle
pendici del ghiacciaio perenne della Marmolada, con i messaggi "SOS
CLIMA" e "STOP CO2". In altre foto si vede una coppia che prende il
sole in costume alla base del ghiacciaio. Nel giro di 100 anni, il
ghiacciaio si è ritirato di circa 650 metri, come conferma il
Centro Valanghe di Arabba e il Comitato Glaciologico Trentino. Il
ritirarsi del ghiacciaio è evidente anche da un anno con l'altro.
Le cause non sono solamente le maggiori temperature estive, ma
anche le ridotte nevicate invernali.
"Che il cambiamento climatico sia in atto è evidente anche dal
ritardo con cui sta arrivando l'autunno, circa tre settimane
secondo il Cnr. Siamo a novembre in maniche di camicia!" afferma
Francesco Tedesco, responsabile clima di Greenpeace.
"L'appuntamento di Nairobi deve segnare un'inversione di tendenza
per imporre nuovi e più stringenti tagli alle emissioni di CO2. Non
c'è tempo da perdere, se non abbandoneremo presto il carbone per
scegliere la strada delle rinnovabili e dell'efficienza energetica
non saremo più in grado di contrastare il riscaldamento
globale".
I dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente parlano chiaro: dal
1900 i ghiacciai alpini hanno perso in media circa il 40 per cento
della loro massa, pari ad un ritiro del 30 per cento in termini di
superficie.
Adamello / Mandrone |
17,66 |
313 |
1899-2003 |
Forni |
12,05 |
1445 |
1925-2002 |
Grande di verra |
6,97 |
926 |
1913-2001 |
Grandes murailles |
6,52 |
720 |
1929-2003 |
Lares |
5,49 |
686 |
1919-2003 |
Lys |
10,73 |
796 |
1901-2002 |
Malavalle |
7,94 |
310 |
1923-2003 |
Marmolada |
2,05 |
651 |
1905-2004 |
Rutur |
8,46 |
275 |
1916-2003 |
Tribolazione |
6,12 |
464 |
1925-2003 |
Vallelunga / Croda |
7,86 |
1516 |
1923-1999 |
Fonte: Comitato Glaciologico Italiano, World
Glacier Monitoring Service, Ricerca di Sistema - CESI, Comitato
Glaciologico Trentino
"Siamo di fronte ad un evento di portata globale. Con il ritiro
dei ghiacciai si sta riducendo una riserva idrica fondamentale, in
caso di estati siccitose. Durante l'estate abbiamo misurato forti
riduzioni di spessore dei ghiacciai, anomale in particolare nel
mese di settembre" sostiene il professor Claudio Smiraglia,
presidente del Comitato Glaciologico Italiano. "I ghiacciai si
stanno anche frammentando in unità più piccole. Quello del Lys, in
Valle d'Aosta, ha per esempio perso la connessione tra la lingua in
basso ed i bacini superiori. Secondo recenti ricerche i ghiacciai
alpini si ridurranno di volume del 50 per cento rispetto agli anni
'80 entro il 2025 e la perdita entro il 2100 sarà superiore al 90
per cento".
Notes: VISITA LA GALLERY DI FOTO SU http://www.greenpeace.org/italy/news/marmolada
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