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Greenpeace - Cucciolo di balena ucciso con la madre: i governi reagiscano

Comunicato stampa - 7 febbraio, 2008
Le foto scattate e diffuse dall’Ocean Viking, nave del governo australiano, che sta seguendo le baleniere giapponesi, mostrano il massacro che continua a consumarsi nell’Oceano Antartico.

Dalla Yushin Maru, nave da caccia della flotta giapponese, parte un primo arpione che ferisce una balena. Ma servono altri tre colpi di arpione per uccidere la balena ferita in fuga.

"I giapponesi stanno uccidendo le balene in un santuario riconosciuto a livello internazionale e senza curarsi di distinguere tra madri e cuccioli. Vogliono soltanto uccidere quante più balene possibile - denuncia Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare per Greenpeace-

Si tratta di una caccia commerciale spacciata per ricerca e pensiamo che nessuno creda ancora alla scusa della ricerca scientifica".

"Ora che questo governo australiano ha assistito al massacro delle balene ci aspettiamo che intervenga in maniera decisa in occasione dell'IWC e faccia pressioni politiche sul Giappone impegnandosi con gli altri governi del mondo per porre fine alla caccia delle balene nel santuario dei cetacei dell'Oceano Antartico" conclude Giannì.

Alla prossima riunione della commissione baleniera internazionale, a Santiago del Cile, il Giappone intende far riaprire la caccia alle balene. Greenpeace ha ottenuto documenti riservati che parlano di questa riapertura e ha chiesto al commissario italiano per l'IWC di prendere una posizione netta contro la caccia alle balene, senza tuttavia ottenere risposta.

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