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Greenpeace e 50 famiglie: come organizzare la raccolta differenziata a Napoli

Comunicato stampa - 21 gennaio, 2008
Greenpeace e i suoi attivisti per aiutare Napoli e proporre una soluzione concreta all´emergenza rifiuti: parte con un gruppo di cinquanta famiglie napoletane, il progetto "DIFFERENZIAMOCI". L´associazione fornisce ai cittadini tutto quello che occorre per un´efficace raccolta differenziata domiciliare: organizzazione, sacchetti, bidoni, punti di raccolta. Tutto è stato organizzato in meno di una settimana per dimostrare che questa soluzione, oltre a essere concreta e sana, è conveniente, economica e veloce. Le 50 famiglie interpellate - abitanti in due condomini di Via Nicolardi, ai numeri 93 e 174 - hanno aderito subito dimostrando la massima disponibilità.

Banchetto informativo di Greenpeace sulla raccolta differenziata domiciliare in un condominio di Napoli. Una volontaria dà a un condomino il bidoncino e i sacchetti per partecipare al progetto "Differenziamoci".

LA STAMPA POTRA´ INCONTRARE ATTIVISTI DI GREENPEACE E FAMIGLIE

OGGI LUNEDì 21 GENNAIO ORE 16.30 - CONDOMINIO DI VIA NICOLARDI 174 (ZONA COLLI AMINEI) NAPOLI

"Greenpeace vuol dimostrare all´opinione pubblica internazionale che il  problema non sono i cittadini napoletani, ma la mancanza di una volontà  politica e strategica di gestire i rifiuti in maniera responsabile ed efficiente. A questo si aggiunge la criminalità organizzata che investe

ormai da anni nel mercato dei rifiuti", spiega Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace.

Il progetto, che ha scopo dimostrativo e durata limitata, è sostenuto da Greenpeace, con fondi propri raccolti esclusivamente dalle donazioni dei sostenitori, e si avvale di consulenti locali (Achab Group) già operativi in Regione.

Le raccolte differenziate domiciliari arrivano a intercettare anche il  70 per cento dei rifiuti e, se si separa l´organico, la gestione della frazione rimanente ha un impatto ambientale assai ridotto. Pensare che la soluzione sia quella della discarica e dell´inceneritore è sbagliato.

Bisogna spostare l'attenzione dalle scelte di smaltimento alle misure di prevenzione e a tutte quelle azioni finalizzate a riutilizzare, riciclare, recuperare i materiali contenuti nei rifiuti.

"In Campania oggi non è in funzione neanche un impianto di compostaggio  e l´umido deve essere inviato fuori regione, in Veneto, Calabria, pagando di più", afferma Polidori: "E´ necessario investire in impianti per trattare almeno mezzo milione di tonnellate, per produrre compost di qualità che conviene in ogni senso perché può essere anche venduto".

Uno dei principali pericoli dei rifiuti solidi urbani è legato alla parte organica che rappresenta circa il 30-40 per cento del peso. La Campania nel 2006 ha prodotto 90 mila tonnellate di umido raccolte in modo differenziato che sono state inviate in impianti fuori Regione, con

queste è stato possibile produrre 35 mila tonnellate di compost. Secondo le stime di Massimo Centèmero, direttore tecnico del Consorzio Italiano Compostatori, la Campania potrebbe recuperare circa mezzo milione di tonnellate di frazione organica (dei 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti) da valorizzare in agricoltura come compost di qualità. Nella città metropolitana di Napoli, nel 2005, sono state differenziate solo quattromila tonnellate di umido (dato APAT), mentre l´area di Napoli, che produce circa metà dei rifiuti della regione, ha una potenzialità di

circa 250mila tonnellate.

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