Greenpeace lancia oggi la campagna per salvare il Parmigiano-Reggiano dagli Ogm. Nonostante l'esistenza del Consorzio di Tutela di quella che è una delle produzioni più apprezzate dai consumatori e invidiate dal mercato, il Parmigiano-Reggiano è incappato nella trappola Ogm: nei mangimi utilizzati per integrare la dieta delle bovine che forniscono il prezioso latte destinato alla produzione del Parmigiano, si è insinuata, infatti, la soia transgenica della Monsanto.
Le mucche del Consorzio del Parmigiano-Reggiano mangiano soia geneticamente modificata. Per saperne di più visita il sito www.parmigiaNOgm.it.
Gli Ogm, oltre agli ormai comprovati pericoli legati al loro
rilascio in ambiente, continuano a essere al centro dell'attenzione
anche a causa delle incertezze legate al loro consumo umano e
animale. La comunità scientifica è divisa, e nuovi studi
indipendenti dimostrano che gli Ogm non vengono adeguatamente
studiati prima di ottenere l'autorizzazione al commercio e al
consumo, confermando il fallimento dell'attuale sistema
autorizzativo europeo sugli Ogm.
I consumatori continuano a rifiutarli e lo scorso febbraio
Greenpeace ha consegnato, alla Commissione europea, una petizione
firmata da oltre un milione di cittadini, per chiedere
l'etichettatura dei prodotti derivati da animali nutriti con Ogm,
come latte, carne, uova o formaggio. E il nostro parmigiano? In un
contesto europeo e mondiale dove sempre più spesso i prodotti
italiani di qualità vengono copiati o camuffati - basti pensare ai
vari Parmesan, Regianito o Parmesao - la garanzia di sopravvivenza
è data dalla qualità e dalla sicurezza al 100%. Il
Parmigiano-Reggiano ha alle spalle otto secoli di storia e
tradizione, e oggi, la sua genuinità non può essere minacciata
dalla comparsa degli Ogm nella sua filiera produttiva.
"Il problema riguarda i mangimi. Il disciplinare di produzione
del Parmigiano oggi non vieta l'uso degli Ogm nell'alimentazione
animale. Nella pratica, ciò significa che le bovine che forniscono
il latte ai caseifici aderenti al Consorzio, si nutrono anche di
soia Ogm" ha chiarito Federica Ferrario, responsabile campagna OGM
di Greenpeace. "Proprio perché amiamo il Parmigiano Reggiano,
vogliamo essere certi che venga tutelato, e che questa tutela porti
con sé garanzia di qualità e sicurezza, per l'ambiente e per i
consumatori."
Oggi in Italia, sono sempre più numerosi i prodotti e i
produttori, che escludono l'uso di Ogm in tutti i passaggi della
produzione - sia negli ingredienti che nei mangimi animali. "Il
Consorzio del Parmigiano-Reggiano non è riuscito, fino a ora, a
evitare l'impiego di mangimi contenenti Ogm dal disciplinare di
produzione, ma questa scelta è possibile e praticabile oltre che
necessaria per tutelare questa produzione" ha spiegato la Ferrario.
"Nel circuito del Parmigiano, questo già avviene per la produzione
biologica e per quei primi produttori che, autonomamente, hanno già
attivato filiere completamente non-Ogm anche nei mangimi, una voce
che il Consorzio dovrebbe ascoltare."
Greenpeace è disponibile a collaborare col Consorzio del
Parmigiano per eliminare l'utilizzo degli Ogm nella filiera
produttiva e mette a disposizione dei consumatori un sito web
www.parmigiaNOgm.it per avere maggiori informazioni e scrivere al
consorzio di modificare il disciplinare, non usando più Ogm nei
mangimi.
Nel pomeriggio, l'associazione ha organizzato in piazza Campo dé
Fiori, nel centro di Roma, un aperitivo a base di parmigiano
non-ogm.