Comunicato stampa - 30 giugno, 2006
Continua la missione della nave ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior, che sta monitorando le operazioni di pesca illegale nel Tirreno. Due le ferrettare - una sorta di piccole spadare - segnalate ieri alla Guardia Costiera, al largo di Acireale.
La nave ammiraglia della Rainbow Warrior.
La prima, "Maria Grazia Genovese", aveva a bordo un notevole
quantitativo di rete. La Capitaneria di Porto, interpellata da
Greenpeace, ha sostenuto che oltre ai 2,5 chilometri di rete
autorizzata, era presente una rete sequestrata tempo fa dalle forze
dell'ordine. "È paradossale che le reti sequestrate vengano
affidate in custodia ai pescatori stessi, ma il fatto che si
consenta addirittura di tenerle a bordo, fa temere che possano
continuare impunemente ad utilizzarle. Questa norma va cambiata,
altrimenti lo stato si rende complice della pesca illegale che sta
distruggendo i nostri mari" afferma Alessandro Giannì responsabile
della campagna mare, a bordo della Rainbow Warrior.
Il secondo peschereccio, "Orsa Maggiore", aveva invece una rete
lunga almeno 6 chilometri, secondo la misurazione effettuata dal
radar di bordo della Rainbow Warrior. Avvistata la nave di
Greenpeace, il peschereccio ha iniziato immediatamente a salpare le
reti, nonostante fosse appena l'inizio delle operazioni di pesca.
"In spregio della normativa europea, che impone una lunghezza
massima di 2,5 chilometri per le reti, in Italia si continua a
pescare illegalmente. A rimetterci è il nostro mare ed anche i
pescatori onesti" commenta Giannì.