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Greenpeace lascia la centrale di Porto Tolle.

Manifestazioni di appoggio della popolazione locale.
Previste altre azioni contro il carbone e a favore dell'efficienza.

Comunicato stampa - 16 dicembre, 2006
Gli attivisti di Greenpeace hanno lasciato oggi la centrale Enel di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. Gli ultimi sette climber hanno abbandonato la ciminiera dell'impianto in cima alla quale stazionavano da tre giorni, in seguito al blitz dell'organizzazione ambientalista.

Attivisti di Greenpeace in azione a Porto Tolle per dire no al carbone e chiedere all'Enel e al Governo impegni concreti per ridurre le emissioni di CO2, rispettare gli obiettivi di Kyoto e investire seriamente sulle fonti rinnovabili

Dopo avere esposto un enorme striscione con una coccarda per il premio all'Enel come "Clima Killer", gli attivisti di Greenpeace hanno disegnato a caratteri cubitali sulla ciminiera la scritta "No carbone". L'Enel, infatti, ha intenzione di riconvertire a carbone la centrale di Porto Tolle, così come quella di Civitavecchia dove i lavori sono già in corso. E altri progetti sono stati presentati, disegnando uno scenario energetico che allontanerà l'Italia dal Protocollo di Kyoto e rappresenta un tradimento del programma elettorale dell'Unione.

La protesta di Greenpeace è stata accompagnata da manifestazioni di appoggio. I comitati locali della zona di Rovigo e del Polesine si sono recati questa mattina davanti alla centrale per protestare contro la riconversione al carbone. E un'analoga manifestazione, di carattere più politico, si è svolta a Porto Tolle davanti al Comune. L'azione dei climber è stata sostenuta anche virtualmente: in pochissime ore, infatti, - complice il tam tam del web e dei blog di settore - circa 2.000 persone hanno aderito alla protesta, partecipando a una cyberazione che permetteva di inviare un palloncino virtuale agli attivisti sul campo. Dalla ciminiera di Porto Tolle, i climber hanno risposto gonfiando decine di palloncini. La mobilitazione via web andrà avanti con nuove strategie e un unico obiettivo: dire NO al carbone e SI a rinnovabili ed efficienza energetica.  

Inutili, finora, i richiami al ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Greenpeace si chiede: la parte del programma dell'Unione relativa alle energie rinnovabili e al Protocollo di Kyoto è stata firmata anche da Bersani, o il ministro ha firmato qualcos'altro, e non l'ha fatto sapere? "Sarebbe molto interessante, per noi e per gli elettori che hanno votato Bersani, conoscere una risposta", afferma Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace: "Ed è chiaro che continueremo a premere nei confronti di Bersani e del governo per sapere se sono dalla parte di Kyoto e dell'ambiente o solo dalla parte degli interessi dell'industria. Quanto all'Enel, l'episodio della notte scorsa, quando i nostri attivisti sono stati lasciati al buio in cima a una ciminiera di 250 metri, non è un bell'esempio di relazioni industriali. Da quando esiste l'industria, i conflitti sono all'ordine del giorno e da un'azienda come l'Enel ci si attenderebbe un comportamento maturo e non puerile e pericoloso come quello tenuto in questi giorni".

Nei prossimi giorni, inoltre, gli attivisti di Greenpeace saranno presenti davanti ai punti vendita di elettrodomestici e prodotti elettronici per sensibilizzare e informare i consumatori sul tema dell'efficienza energetica. Le città coinvolte nell'iniziativa sono - per ora - Roma, Milano, Napoli, Palermo, Padova, Crema, Parma, Genova, Venezia, Lecce, Bologna, Modena e numerose località minori. Gli attivisti distribuiranno volantini informativi sui prodotti più efficienti. Acquistare un elettrodomestico di nuova generazione A++ può fare la differenza per bloccare il surriscaldamento del clima. Non spetta soltanto ad aziende e governi intervenire per la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica: le scelte di ognuno di noi possono contribuire a raggiungere gli obiettivi di Kyoto.

Notes: Per immagini e video: http://www.greenpeace.it/pics