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Greenpeace e industria europea del fotovoltaico: servono obiettivi vincolanti per il solare

Comunicato stampa - 18 gennaio, 2005
È necessario il sostegno dell'Unione Europea all'energia solare perché questa fonte energetica possa raggiungere il suo potenziale. Secondo il rapporto "Solar Generation 2", presentato oggi a Bruxelles da Greenpeace e dall'Associazione europea dell'industria fotovoltaica (EPIA), un miliardo di persone utilizzerà l'energia fotovoltaica entro il 2020 e nasceranno grazie a quest'industria 2 milioni di posti di lavoro, mentre le emissioni di gas serra si ridurranno di 169 milioni di tonnellate l'anno, l'equivalente di 75 centrali a carbone.

Serve il sostegno dell'Unione Europea all'energia solare affinchè questa fonte energetica possa raggiungere il suo potenziale.

Dal 1998 il fotovoltaico cresce del 35% l'anno: entro il 2040, il solare potrebbe coprire oltre il 20% del fabbisogno globale, anche nei luoghi più remoti e senza contribuire ai cambiamenti climatici.

Si tratta di un'industria, quella del fotovoltaico, che raggiungerà il valore di 62 miliardi di euro nei prossimi 15 anni.

"Paesi come la Germania hanno visto una crescita esponenziale del solare, ma è l'Unione Europea che deve impegnarsi e fissare obiettivi vincolanti per il 2020, oltre a bloccare i sussidi ai combustibili fossili e all'energia nucleare. Ogni euro investito in energia solare aiuta il clima, l'innovazione e diminuisce la dipendenza nei confronti dei combustibili fossili" afferma Sven Teske di Greenpeace, uno degli autori del rapporto. Secondo la Commissione Europea, due terzi del fabbisogno energetico europeo sarà soddisfatto con l'importazione per il 2020: il solare offre un'alternativa a questa dipendenza.

"Europa e Giappone sono testa a testa nel settore fotovoltaico, ma bisogna che l'Europa investa di più negli incentivi e raddoppi la ricerca. Questo porterebbe anche a significativi benefici per i paesi in via di sviluppo, contribuendo a combattere la povertà, portando l'elettricità nelle realtà rurali" ha detto Murray Cameron, vice-presidente di EPIA.

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