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Greenpeace e l'area marina protetta di Portofino collaborano per una reale tutela del santuario dei cetacei e del mar ligure

Comunicato stampa - 19 giugno, 2006
È l'Area Marina Protetta (AMP) di Portofino la prima tappa della spedizione nel Mediterraneo della nave ammiraglia di Greenpeace, la Rainbow Warrior. Una equipe di sub e studiosi, di Greenpeace e dell'AMP, si immergerà nei fondali di Portofino per documentarne lo stato di conservazione e per ricordare a tutti che le meraviglie del Mediterraneo hanno bisogno delle riserve marine.

La mappa delle 32 riserve marine che Greenpeace propone di istituire nel Mar Mediterraneo

L'area marina protetta di Portofino si trova all'interno del Santuario dei Cetacei, un triangolo di mare che va dalla Provenza al Lazio. È indispensabile che le misure di tutela in un'area così delicata siano coordinate anche a livello internazionale: Greenpeace e l'AMP di Portofino intendono collaborare e stanno già  organizzando un seminario che vedrà la partecipazione dei soggetti gestori delle aree marine protette presenti lungo le coste del Santuario dei Cetacei e del neo-costituito segretariato dello stesso Santuario.

Lo scorso 15 giugno Greenpeace ha presentato a Genova una proposta per una rete di riserve marine che copra il 40 per cento del Mediterraneo. "La nostra proposta si riferisce alle sole acque internazionali del Mediterraneo, ma ovviamente le riserve marine  lungo la fascia costiera sono il primo baluardo per la protezione del mare dalle attività umane distruttive" ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace Italia. "Siamo qui anche per dimostrare che le aree protette funzionano, e per far conoscere come, grazie agli sforzi e alla partecipazione dei soggetti gestori, esse sono un elemento fondamentale per rinnovare  il rapporto tra le attività umane e l'ambiente marino".

L'AMP di Portofino è ormai un modello di partecipazione e di gestione mirata ad obiettivi concreti. "Abbiamo attivato misure efficaci di prevenzione e controllo in un'area di rinomata valenza ambientale incrementando le attività di turismo sostenibile. I dati disponibili indicano una tutela efficace ed una tendenza all'aumento dei quantitativi di pescato nelle zone vicine a quelle tutelate dall'AMP", ha dichiarato Claudio Picasso, dell'Area marina protetta di Portofino. "Il nostro sforzo è adesso quello di incrementare la tutela di quegli habitat particolarmente delicati e fortemente a rischio come, ad esempio, la prateria di posidonia oceanica".

Greenpeace e l'AMP di Portofino sono convinti che sia necessaria una rete di riserve marine che faccia sistema al fine di garantire non solo la tutela ambientale, ma anche la possibilità di uno sviluppo sostenibile per le attività di pesca, per il turismo ed in generale per la qualità della vita delle comunità costiere. "È importante che le popolazioni locali siano coinvolte nella gestione delle riserve marine, e che si capisca che le riserve sono un investimento per il futuro che garantisce la sostenibilità nel tempo della qualità della vita delle popolazioni coinvolte: una piccola rinuncia oggi significa avere a disposizione domani più risorse e di miglior qualità" ha aggiunto Picasso.

"Le riserve marine non devono essere esperimenti isolati ma uno strumento per la gestione oculata delle risorse marine.  Il vero esperimento, che rischia di finir male, è il costante depauperamento delle risorse del Mediterraneo", ha concluso Giannì.

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