Comunicato stampa - 22 giugno, 2007
“Greenpeace desidera precisare che non ha mai affermato che nel prodotto finito o nel latte che viene utilizzato per la produzione di parmigiano-reggiano, ci siano tracce di Ogm, anche se la possibilità che DNA transgenico possa trovarsi nel latte non può essere esclusa, specie nel caso di animali nutriti con Ogm per lungo tempo, come i bovini.” Questa la replica dell’associazione a quanto affermato dal presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano Giuseppe Alai.
Le mucche del Consorzio del Parmigiano-Reggiano mangiano soia geneticamente modificata. Per saperne di più visita il sito www.parmigiaNOgm.it.
Greenpeace ribadisce che il problema riguarda i mangimi, in
particolare l'utilizzo di soia Ogm della Monsanto, come si può
evincere dalle stesse etichette dei mangimi utilizzati in molti
degli allevamenti aderenti al Consorzio, con tutte le problematiche
legate sia all'immissione in natura che all'uso di Ogm.
Oggi in Italia, sono sempre più numerosi i prodotti e i
produttori, che escludono l'uso di Ogm in tutti i passaggi della
produzione - sia negli ingredienti che nei mangimi animali. Evitare
l'impiego di mangimi contenenti Ogm dal disciplinare di produzione
è un scelta possibile e praticabile oltre che necessaria, proprio
per tutelare questa produzione, anche dal plagio dei vari Parmesan
o Regianito, e come già dimostrato dalla produzione biologica e da
quegli allevatori aderenti al Consorzio che, autonomamente, hanno
già attivato filiere completamente non-Ogm anche nei mangimi. Si
tratta di scegliere che strada percorrere.