Comunicato stampa - 11 maggio, 2007
“La scoperta di 25 chilometri di spadare al largo delle isole Eolie era un fatto assolutamente prevedibile”, afferma Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace, commentando il ritrovamento effettuato oggi dalla Guardia Costiera: “Proprio la settimana scorsa avevamo avvertito, con una lettera ufficiale, i ministeri competenti e le autorità: nel corso di una breve ricognizione tra Catania e Messina, infatti, avevamo rilevato la presenza a bordo di alcune imbarcazioni di reti che sembravano di lunghezza illegale”. Sempre la settimana scorsa, Greenpeace aveva presentato il rapporto “In un mare di guai”.
Una foto della conferenza di presentazione del rapporto "In un mare di guai", con la partecipazione di Romina Power, nuova testimonial della campagna Mare di Greenpeace.
Le spadare, o "muri della morte", sono reti lunghe anche venti
chilometri. Vanno alla deriva, uccidendo, oltre al pescespada,
delfini, capodogli, tartarughe e altre specie marine. Alla fine
degli anni Novanta, le spadare uccidevano circa 8.000 cetacei
l'anno. Malgrado ciò, vengono ancora usate: nel solo biennio
2005/2006, in Italia ne sono state sequestrate oltre 1.500
chilometri. Questa diffusione illegale è una conseguenza di leggi e
regolamenti non sufficienti o applicati in maniera poco
efficace.
"Vorremmo sapere se in questo caso si tratta di spadare, che
sono completamente illegali, o di derivanti a maglie più piccole,
le cosiddette ferrettare, oggetto della deregulation dell'anno
scorso", commenta Giannì: "Inoltre, è assurdo che le reti non
vengano sequestrate in porto, come si dovrebbe e sarebbe più
facile, ma solo in mare con l'uso di mezzi e tecniche molto
costosi. In questo caso, per esempio, sono stati coinvolti un
pattugliatore d'altura, due motovedette e un aereo Atr, quando per
il sequestro in porto sarebbero sufficienti i controlli del
personale delle capitanerie competenti". Greenpeace rinnova la
richiesta per un incontro con il ministro De Castro per parlare di
questo e di altri problemi della pesca italiana, denunciati nel
rapporto "In un mare di guai".