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L'Italia ed altri 17 paesi chiedono al Giappone di fermare la caccia alle balene

Comunicato stampa - 17 gennaio, 2006
Smettere immediatamente di cacciare le balene. E' la richiesta che è stata consegnata ai ministri degli Esteri e della Pesca del Giappone da Italia, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna e Svezia.

Dalla Yushin Maru, nave da caccia della flotta giapponese, parte un primo arpione che ferisce una balena. Ma servono altri tre colpi di arpione per uccidere la balena ferita in fuga.

La protesta formale dei 17 Paesi riguarda l'aumento sconsiderato delle balene cacciate dal Giappone che ne caccia più ora che nei 31 anni precedenti la moratoria, in vigore dal 1986. I governi fanno notare anche come il Giappone non abbia rispettato gli inviti a non aumentare il numero di balene cacciate rivoltogli dalla Commissione Baleniera Internazionale.

"E' importante che dopo le nostre azioni numerosi governi chiedano al Giappone di fermare la caccia illegale alle balene nel Santuario dell'Oceano meridionale. Questa è solo la punta dell'iceberg della distruzione di un ecosistema. Un respiro su due che facciamo lo dobbiamo agli oceani che danno al pianeta metà dell'ossigeno" afferma Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace.

Con il lungo viaggio della nave di Greenpeace, "Esperanza", che durerà 14 mesi e toccherà i mari dei 5 continenti, l'associazione chiede l'istituzione di una rete di aree marine protette con una superficie pari al 40% degli Oceani. Il costo sarebbe di 12 miliardi di dollari l'anno, più o meno quanto si spende in profumi in Europa e Stati Uniti nello stesso periodo.

Per Greenpeace oggi è la Giornata globale di azione per salvare le balene: chi vuole sostenere le iniziative dell'associazione può visitare il sito www.greenpeace.it e diventare "Difensore dell'Oceano". Le navi di Greenpeace, "Esperanza" - con a bordo l'attivista italiana Caterina Nitto - e "Arctic Sunrise" continuano in queste ore ad opporsi alle baleniere giapponesi nelle acque del Mar Antartico.

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