Comunicato stampa - 15 novembre, 2006
Dopo mesi di monitoraggio a bordo dell' Esperanza e della Rainbow Warrior nelle acque del Mediterraneo, Greenpeace lancia l'allarme estinzione per il tonno rosso. Le attività di pesca interessano Francia, Spagna, Turchia, Giappone, Italia, e Guinea, tutti paesi membri dell'Iccat, la Commissione Internazionale per la conservazione dei tonni nell'Oceano Atlantico. L'associazione ambientalista porrà la questione in cima alla lista delle problematiche che affliggono i nostri mari durante il prossimo incontro della Commissione che inizia domani a Dubrovnik.
Un pesce spada rimasto impigliato in una rete spadara.
Un rapporto di Greenpeace pubblicato a maggio ha mostrato che
vengono catturati tonni per il 50 per cento oltre il limite
consentito, come confermato dal Comitato Scientifico dell'Iccat.
"L'industria del tonno sta facendo una gara per catturare gli
ultimi esemplari di tonni rossi" dichiara Alessandro Giannì,
responsabile campagna mare di Greenpeace. "E' un modo tragico di
eliminare al tempo stesso una specie meravigliosa ed un'attività di
pesca che risale all'epoca dei Fenici".
Greenpeace ha le prove che i pescherecci moderni, le cosiddette
tonnare volanti, usano aeroplani da ricognizione per avvistare i
banchi di tonni, pescano in periodi vietati e oltre i limiti
consentiti. I risultati, purtroppo, si vedono: una potentissima
flottiglia di tonnare volanti, sorvegliata dalla Rainbow Warrior
durante il picco della stagione di pesca la scorsa estate, non è
stata in grado per settimane di trovare un solo tonno.
"Presenteremo all'Iccat anche un documento sull'attività
illegale delle spadare italiane che abbiamo monitorato la scorsa
estate. Queste reti, vietate dall'Onu, dall'Ue e anche dalle leggi
italiane continuano a pescare illegalmente pesce spada, un'altra
specie ittica in condizioni critiche, e ad uccidere cetacei e
tartarughe marine" continua Giannì.
Greenpeace chiede che l'Iccat imponga il divieto assoluto di
pesca durante il periodo di riproduzione dei tonni e del pesce
spada, creando una rete di riserve marine in alto mare. La pesca
illegale, delle spadare e di altri sistemi di pesca, deve essere
fermata, la quota di tonno deve essere dimezzata e devono essere
definite delle taglie minime ragionevoli per entrambe le specie.
Per il tonno, in particolare, è necessario vietare il trasbordo
delle catture in alto mare, tranne in alcune aree strettamente
sorvegliate, un sistema di osservatori a bordo che impedisca la
pesca eccessiva e uno stop agli allevamenti del tonno che sono una
scappatoia per pescare oltre il lecito.