Comunicato stampa - 9 settembre, 2009
Secondo la Commissione Europea il tonno rosso dovrebbe venire inserito nella lista delle specie in pericolo di estinzione, bloccando il commercio internazionale diretto soprattutto al mercato giapponese. L’Italia invece sta già rimediando un’altra figuraccia internazionale: nel 2008 si è espressa a favore del blocco totale di questo tipo di pesca mentre ora non vuole lo stop alle esportazioni!
Il tonno rosso è in pericolo. E l'ICCAT non fa molto per tutelarlo.
Il tonno rosso ha subito, negli ultimi anni, una pesca
dissennata e lo stock è da tempo in gravissima crisi, e la specie è
a rischio non meno di altre in stato critico come le balene, il
lupo, e la lontra.
Greenpeace accoglie con soddisfazione, dopo anni di battaglie e
segnalazioni, la decisione di ieri della Commissione Europea di
sostenere il divieto per il commercio internazionale del tonno
rosso del Mediterraneo e del Nord Atlantico, ma non comprende i
motivi che spingono l'Italia ad opporsi a tale decisione dopo
essersi battuta per un blocco totale della pesca alla riunione
della Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno
Rosso (ICCAT) tenutasi a Marrachesh nel novembre 2008.
La Commissione UE ha ufficialmente sostenuto la proposta di
Monaco-Montecarlo per l'inserimento del tonno rosso nell'Alleagato
I della Convenzione Internazionale sul Commercio delle Specie in
Pericolo (CITES). Ciò implicherebbe la effettiva sospensione del
commercio internazionale del tonno rosso fino a che la specie non
venga più considerata minacciata da estinzione. L'industria del
tonno rosso in Italia muove secondo fonti non ufficiali un giro
d'affari di circa cento milioni di Euro l'anno, con un commercio
per il 90 per cento destinato al Giappone.
La proposta di includere il tonno rosso nella lista delle specie
in pericolo è già stata sostenuta dal presidente francese, Nicolas
Sarkozy, insieme a altri paesi europei tra cui il Regno Unito,
l'Olanda, la Germania, la Polonia e l'Austria. Il prossimo 21
settembre l'Unione Europea dovrà raggiungere una posizione comune
in vista della riunione della Parti della CITES che si terrà nel
marzo prossimo a Doha, nel Qatar.
"La popolazione di tonno rosso è scesa negli ultimi anni a
livelli criticamente bassi. Chiunque si opponga al proposto divieto
commerciale sta chiaramente mettendo interessi commerciali a breve
termine al di sopra della sopravvivenza della specie. In coerenza
con le posizioni assunte l'anno scorso all'ICCAT, ci aspettiamo che
anche l'Italia appoggi questa" auspica Alessandro Giannì, direttore
delle Campagne di Greenpeace Italia.
Nel 2007 le quote concesse per la pesca al tonno rosso
superavano ancora di più del doppio i limiti consigliati dal
comitato scientifico per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione della specie, mentre la pesca illegale in realtà
quadruplicava il prelievo totale. Adesso le quote sono state
ridotte, ma i controlli sono solo parziali e gli stessi pescatori
italiani lamentano che in altri Paesi le attività illegali
continuano.
"Gli stock di tonno rosso sono in pericolo a causa della
cattiva gestione e della pesca illegale.. La sospensione del
commercio è ormai l'ultima opportunità ed è a tutto vantaggio dei
pescatori onesti perché aumenta le possibilità di recupero dello
stock" sostiene Giannì.