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Il WTO vuole demolire i bandi europei agli OGM

Comunicato stampa - 28 luglio, 2005
Greenpeace denuncia oggi come il Wto stia minacciando il diritto dei consumatori di dire NO agli organismi geneticamente modificati.

20 attivisti di Greenpeace protestano contro il ricorso presentato dagli Stati Uniti al Wto per far cadere i bandi nazionali agli Ogm.

Mentre i delegati entravano questa mattina, a Ginevra, nella sala del Consiglio Generale del Wto, 20 attivisti di Greenpeace hanno fatto come la Monsanto e sono passati con un rullo compressore sulla cartina dell'Europa dove erano rappresentati i prodotti agricoli non Ogm, sugli scalini del palazzo del Wto. La protesta è contro il ricorso presentato dagli Stati Uniti al Wto per far cadere i bandi nazionali agli Ogm.

A giugno gli Stati membri dell'Ue si sono dimostrati fermi nella loro posizione votando a chiara maggioranza in favore del mantenimento dei bandi nazionali. Il risultato del ricorso statunitense si sarebbe dovuto conoscere il 5 agosto, ma è stato nuovamente rimandato in ottobre.

"Il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza consente agli Stati di regolamentare e rifiutare gli Ogm. Gli Stati Uniti, attaccando l'Ue, vogliono intimidire i Paesi in via di sviluppo, minacciando di utilizzare il Wto contro di loro se non accetteranno di essere invasi dai prodotti Ogm. Secondo noi l'avvenire della nostra alimentazione non dev'essere deciso al Wto, da specialisti del commercio, lasciati liberi di minacciare i diritti umani e scavalcare le normative ambientali" afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.

Secondo un recente studio dell'Eurobarometro (55.2), il 95% dei consumatori europei vuole avere il diritto di non mangiare Ogm, l' 86% chiede più informazione ed il 60% pensa che le coltivazioni Ogm potrebbero avere un effetto negativo sull'ambiente. Più del 70% dei consumatori, inoltre, rifiuta i prodotti Ogm.

Una panoramica sugli ogm nel mondo

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