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PVC nei giocattoli. Un rischio inutile ed inevitabile

Pubblicazione - 15 dicembre, 1997
Il PVC é una delle plastiche maggiormente usate al mondo. Per rendere il PVC flessibile si impiegano degli additivi. Tra questi additivi ci sono gli ftalati che si disperdono nell'ambiente e vengono assorbiti dall'organismo umano, causando danni alla salute.

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Executive summary: Nonostante il PVC sia una delle plastiche maggiormente usate al mondo con una produzione di oltre 20 milioni di tonnellate, il dibattito pubblico circa l'impatto ambientale e sanitario derivante dalla sua produzione e dal suo utilizzo è molto limitato. In Italia, in particolar modo, i consumatori tendono a confondere tra loro i vari polimeri che vengono impiegati nella produzione dei beni di uso quotidiano.

Il PVC è un materiale amorfo che per poter essere utilizzato ha bisogno di essere mescolato con altri composti. Per potere ad esempio utilizzare il PVC nei manufatti in cui è richiesta flessibilità, si devono aggiungere dei plasticizzanti. Tra i composti maggiormente impiegati come plasticizzanti ci sono gli ftalati.

In base ai dati raccolti e alle ricerche fatte, gli ftalati sono oggi considerati inquinanti ubiquitari: sono stati infatti identificati in matrici ambientali ben lontane dalle fonti di rilascio puntiforme.

Questo rapporto ha come filo conduttore le affermazioni pubbliche, più fuorvianti, utilizzate dai produttori di PVC nel tentativo di confondere le acque sulla questione della presenza, del rilascio e della tossicità dei plasticizzanti utilizzati nei manufatti morbidi in PVC, con una particolare attenzione ai giocattoli e ai prodotti per la prima infanzia: i bambini, infatti, sono soggetti a rischio, perché il livello di sensibilità varia in funzione dell'età del soggetto esposto e un organismo in piena crescita, come quello di un neonato, può reagire negativamente ad esposizioni anche assai meno significative di quelle che risultano essere mediamente pericolose per un organismo adulto.

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