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Non è tutto oro quello che luccica. Le false speranze del Golden Rice [ in inglese ]

Pubblicazione - 1 marzo, 2005
Nel 2000 la Syngenta annuncia il lancio di un riso Ogm, il Golden Rice, modificato geneticamente per contenere betacarotene, un precursore della vitamina A. Secondo la Syngenta questo riso avrebbe dovuto essere una risposta al problema della malnutrizione e delle carenze alimentari nel terzo mondo. A 5 anni da quell'annuncio Greenpeace fa il punto della situazione, indicando le soluzioni alternative al Golden Rice e denunciandone la scarsa utilità. Secondo Greenpeace, infatti, il golden rice sarebbe più che altro un espediente mediatico per generare consenso rispetto agli ogm.

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Executive summary: Nel 2000, i ricercatori della Syngenta – una delle più importanti multinazionali del biotech - annunciarono lo sviluppo di una varietà di riso geneticamente modificata per contenere betacarotene [ precursore della vitamina A ]. Questo riso, denominato Golden Rise [ riso dorato ] a causa del colore giallo dovuto al betacarotene, avrebbe dovuto essere, secondo gli scienziati, la soluzione definitiva alla VAD, una sindrome da carenza di vitamina A che conduce alla cecità e alla morte e che è particolarmente diffusa tra le popolazioni del terzo mondo.

A cinque anni di distanza dalla campagna mediatica che ne annunciava il lancio, il Golden Rise, vera e propria icona dell'industria biotech, pur suscitando ancora molti dubbi sul piano scientifico, sottrae attenzione e finanziamenti alle soluzioni reali ai problemi della malnutrizione e della carenza di vitamina A.

Pare che il golden rice sia stato pensato più per aiutare le multinazionali delle biotecnologie a neutralizzare la diffidenza dei consumatori e dell'opinione pubblica nei confronti delle coltivazioni ogm che per risolvere il problema della VAD.

Il riso OGM non potrà mai essere la risposta alla carenza di vitamina A e ai problemi di alimentazione delle popolazioni del terzo mondo. Non importa quanto beta-carotene extra si riuscirà ad aggiungere attraverso la manipolazione genetica - e d'altra parte non è noto l'indice di trasformazione del betacarotene in vitamina A.

La realtà è che sono stati fatti progressi importantissimi nel campo della lotta alla VAD e diverse soluzioni, già testate ed utilizzabili sia nel breve che nel lungo periodo, non richiedono l'impiego di organismi geneticamente modificati. La valorizzazione della biodiversità esistente può senza dubbio servire molto di più di quanto non possa fare il Golden Rice a garantire alle popolazioni del terzo mondo un regime alimentare più equilibrato e salutare.

L'introduzione su larga scala del riso OGM sarebbe invece assai dannosa: minerebbe, difatti, la sicurezza alimentare, incoraggiando una dieta basata su un unico alimento, invece di reintrodurre nella alimentazione quotidiana tutte le varietà di piante commestibili e ricche di vitamine che un tempo erano poco costose e facilmente reperibili. Queste piante potrebbero curare una grande varietà di deficienze alimentari e non solo la carenza di vitamina A. Quello che manca al progetto del Golden Rice è, in definitiva, una idea coerente di come si debba combattere VAD in modo convincente ed efficace.

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