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L’esportazione dei rifiuti nucleari italiani all’estero: imbroglio o realtà?

Pubblicazione - 14 febbraio, 2005
Mentre in Italia si riapre il dibattito sul nucleare, il governo italiano, con il decreto Marzano del 2 dicembre 2004, "risolve" in maniera irresponsabile il problema della gestione delle scorie nucleari nazionali inviandole all'estero, in Francia o in Inghilterra dove sono attivi degli impianti per il riprocessamento del combustibile nucleare. Questo rapporto fa il punto della situazione sui rischi sanitari e ambientali legati a questo programma di esportazione e rilancia sulle energie rinnovabili [ eolico e solare ], che rappresentano la vera risposta al problema del fabbisogno energetico.

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Executive summary: Nel 1997 Greenpeace denunciò la realtà del mercato clandestino dello smaltimento incontrollato di rifiuti, radioattivi e non, in Italia e l'esistenza di una rete di operatori economici e finanziari senza scrupoli che aveva tentato di effettuare, a volte con successo, operazioni illegali di smaltimento in Paesi poveri. Alla base delle attività rivelate in quel rapporto c'era un'unica preoccupazione: quella di liberarsi in fretta e a costi minimi delle scorie tossiche e radioattive prodotte in Italia e in altri Paesi industrializzati, spedendole verso territori poveri o seppellendole in fondali marini, senza curarsi né delle leggi esistenti in materia che proibiscono tali attività, né delle conseguenze per l'ambiente e la salute umana che simili operazioni avrebbero comportato.

Nel dicembre 2004, il governo italiano ha deciso di gestire direttamente e con la stessa logica i rifiuti radioattivi lasciati in eredità dalla scellerata stagione nucleare italiana: lontano dagli occhi lontano dal cuore. A cambiare le carte in tavola è il cosiddetto decreto Marzano del 2 dicembre 2004, cui ha fatto seguito l'ordinanza del Commissario della Sogin, Carlo Jean, datata 16 dicembre 2004. La Sogin, contraddicendo clamorosamente le scelte precedenti - si era deciso di ricorrere allo stoccaggio a secco presso gli impianti esistenti, in attesa di individuare un sito di stoccaggio in Italia - ha annunciato l'esportazione delle 235 tonnellate di combustibile irraggiato ancora stoccato negli impianti nucleari di Trino Vercellese, Saluggia e Caorso [ cioè il 99% della radioattività esistente presso gli impianti nucleari dimessi ]. Il 9 gennaio 2005 è scaduto inoltre il termine previsto dal cosiddetto decreto Scanzano [ successivamente convertito nella legge n. 368 del 24/ dicembre 2003 ] per l'individuazione del sito unico nazionale di deposito. E nulla si è saputo ufficialmente.

Questo rapporto fa il punto della situazione sui rischi sanitari e ambientali legati a questo programma di esportazione, denuncia il fallimento delle politiche energetiche nazionali e rilancia sulle energie rinnovabili [ eolico e solare ], che rappresentano, secondo Greenpeace, la vera risposta al problema del fabbisogno energetico.

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