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Canadian Seal Hunt: No Management and No Plan

Pubblicazione - 9 marzo, 2005
Il governo canadese ha autorizzato, per il triennio 2003 - 2005, un programma di caccia alle foche che prevede l'uccisione di 975.000 esemplari in tre anni. Questo rapporto fornisce un quadro di riferimento rispetto al quale è possibile valutare la scientificità e l'impatto ambientale di tale programma e pone l'attenzione su diversi fattori che il piano di gestione canadese sembra invece ignorare.

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Executive summary: Nella primavera del 2004 il governo canadese ha iniziato ad attuare il Piano di Gestione per la Caccia alle Foche nell'Atlantico relativo al triennio 2003 – 2005. Il piano prevede che in tre anni vengano cacciati 975.000 esemplari. Tale cifra, però, non tiene conto degli animali "uccisi e persi", di quelli uccisi illegalmente, di quelli abbandonati perché la pelliccia è danneggiata. Anche se i cuccioli di foca fino ai quattordici giorni di età sono attualmente protetti, il 95% dei 350.000 esemplari di foca che il governo canadese prevede di cacciare nella prossima primavera avrà verosimilmente meno di 1 anno di età.

La ripresa, da parte del Canada, della caccia commerciale su larga scala, dovuta in gran parte ad un aumento di interesse dei mercati asiatici per la pelliccia e per gli altri prodotti legati alle foche, sta avvenendo a fronte di una generale incertezza per quanto riguarda la dinamica delle popolazioni, le interazioni a livello di ecosistema e gli effetti destabilizzanti del cambiamento climatico in atto.

Anche se, al momento, la foca della Groenlandia è la specie di foca più abbondante nei mari del Canada, questo non garantisce che la caccia commerciale, condotta con l'intensità prevista dalla pianificazione canadese, non conduca, in tempi brevi, ad un rapido declino delle popolazioni.

Questo rapporto fornisce un quadro di riferimento storico ed ecologico rispetto al quale è possibile valutare la scientificità e l'impatto ambientale dei programmi canadesi di caccia alla foca attuali e futuri. In particolare il rapporto documenta le diverse minacce che incombono sulle popolazioni di foche, compreso la minaccia costituita dalla caccia commerciale, e focalizza l'attenzione sulle interazioni delle foche con gli altri componenti dell'ecosistema marino, tenendo conto anche delle pratiche di pesca commerciale.

Il piano canadese mostra diversi limiti sul piano scientifico perché la stima delle popolazioni si basa su censimenti condotti ogni cinque anni in base ai quali sarebbero necessari almeno 15 anni per arrivare ad una stima attendibile dei trend delle popolazioni. Il modello scientifico utilizzato è, inoltre, un modello superficiale che non considera tutte le possibili minacce che incombono sulle foche e che, soprattutto, parte dal presupposto assai discutibile che tutti i parametri biologici ed ambientali rimangano invariati durante il periodo nel quale sarà condotta la caccia.

L'uso di un modello predittivo che, di fatto, ignora il principio di preoccupazione lascerebbe pensare che il piano di gestione predisposto dalle autorità canadesi miri essenzialmente a garantire la caccia nel breve e nel medio termine senza preoccuparsi, nel lungo termine, di preservare la struttura dell'ecosistema e difendere le foche dall'estinzione.

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