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Rapporto segreto su mais ogm Mon 863

Pubblicazione - 18 dicembre, 2002
Il mais Ogm Monsanto 863 è uno dei più controversi fra gli organismi geneticamente modificati. Questo studio condotto per la Monsanto ha rilevato, a dispetto delle conclusioni, che gli animali nutriti con mais Mon 863 mostrano una serie di anomalie non riscontrate sui ratti nutriti con mais convenzionale. Gli esperti di Greenpeace sottolineano che le differenze osservate tra i due gruppi di ratti, nutriti con mais Ogm e non, durante i test, sono preoccupanti ed è; sorprendente che la Monsanto non abbia svolto ulteriori indagini.

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Executive summary: Il mais Mon 863 è un mais geneticamente modificato che contiene una tossina Bt [ la tossina Cry3Bb1 ]. Questa tossina, che deriva dal micro-organismo Bacillus thuringiensis, dovrebbe proteggere il mais dalla diabrotica – un insetto parassita di origine americana capace di arrecare danni alle piante di mais quando la coltura viene ripetuta nello stesso appezzamento per due o più anni di seguito. Il Mon 863 è differente rispetto ad altri tipi di mais modificati già immessi sul mercato dalla Monsanto [ Mon 810, Bt11, Bt 176 ] i quali invece producono un’altra tossina, la Cry1Ab, che dovrebbe proteggere le piante del mais dalle larve di piralide [ Ostrinia nubilalis ].

Questo documento è uno stralcio di uno studio sperimentale datato dicembre 2002 condotto dalla Monsanto sui ratti per valutare gli effetti sulla salute [ e l’eventuale pericolosità ] di un’alimentazione a base di Mon 863.

I ratti, divisi in gruppi, sono stati sottoposti a regimi diversificati di alimentazione per un periodo di tredici settimane. Durante i 90 giorni di trattamento si è proceduto a monitorare le condizioni fisiche delle cavie tenendo sotto controllo, tra le altre cose, il peso, i livelli di assunzione di cibo, i valori ematologici, le urine, l’integrità dei tessuti e degli organi interni.

Le conclusioni dello studio redatte da Monsanto vorrebbero affermare che tutti i topi hanno dato risposte simili a prescindere dal tipo di alimentazione e che, pertanto, non ci sono particolari controindicazioni alla commercializzazione del Mon 863.

Ma la realtà è diversa

Ci sono almeno due ragioni per considerare affrettata questa conclusione:
  1. I ricercatori stessi ammettono alcune anomalie nei risultati, ma invece di effettuare accertamenti, considerano, in maniera molto sbrigativa, tali anomalie irrilevanti sul piano statistico, di scarsa entità e di fatto trascurabili, in quanto registrate non alla fine, ma soltanto nel corso dell’esperimento.
  2. Il disegno sperimentale adottato dai ricercatori della Monsanto ha secondo Greenpeace almeno due punti deboli: 90 giorni di trattamento sono pochi per valutare correttamente gli effetti a medio e a lungo termine dell’assunzione di Mon 863; i dati forniti sono poco attendibili perché nella valutazione dei risultati sono stati usati come valori di riferimento dati estrapolati da altri contesti sperimentali, secondo una metodologia che difficilmente può essere giustificata da un punto di vista scientifico.
Le differenze registrate in questo studio di breve durata tra i topi nutriti con mais MON863 e i gruppi di controllo alimentati con mais convenzionale sono ragioni più che sufficienti per rifiutare l'autorizzazione alla commercializzazione di questo mais transgenico. I potenziali effetti negativi sulla salute dei topi destano inoltre forti preoccupazioni se si pensa alle possibili interferenze che il mais Mon 863 potrebbe avere anche sul metabolismo di esseri umani e di altri animali.

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