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Additivi chimici nei prodotti di consumo

Pubblicazione - 29 aprile, 2005
Greenpeace Italia ha commissionato ad un laboratorio indipendente olandese [ TNO ] delle analisi con l'obiettivo di rilevare la presenza di composti pericolosi in 12 beni di consumo acquistati sul mercato italiano.

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Executive summary: Le analisi condotte da Greenpeace negli ultimi due anni hanno fornito un contributo importante alle ricerche già esistenti sulla presenza diffusa dei composti pericolosi nel nostro ambiente. I test di laboratorio effettuati sulla polvere domestica, sull’acqua piovana e sul sangue umano hanno confermato la contaminazione di queste diverse matrici con una varietà di composti. Molte delle sostanze trovate in queste indagini possono causare effetti dannosi sugli animali, alterando le funzioni ormonali, causando l’insorgenza di cancro, difetti alla nascita o alterando la riproduzione. Hanno, inoltre, la capacità di accumularsi o persistere nell’ambiente, entrare nella catena alimentare e infine bioaccumularsi nei nostri corpi.

Questa ricerca, commissionata da Greenpeace Italia ad un laboratorio indipendente olandese (TNO), ha l’obiettivo di rilevare la presenza di composti pericolosi in 12 beni di consumo acquistati sul mercato italiano: detergenti per la casa, giocattoli, T-shirt sportive, lettori DVD e detergenti per bambini. Le analisi hanno focalizzato l’attenzione su specifici composti pericolosi, il cui impiego nei comuni beni di consumo, nonostante la scarsa documentazione a riguardo, è già noto. Sono stati selezionati cinque gruppi principali di sostanze in base alle loro proprietà intrinseche di pericolosità e al loro elevato volume di utilizzo nei generi di largo impiego:

  1. Alchilfenoli
  2. Difenileteri polibromurati o PBDE
  3. Composti organostannici
  4. Ftalati
  5. Muschi sintetici
Il risultato più preoccupante è che i prodotti per bambini, come giocattoli, T-shirt sportive, prodotti per la pulizia dei neonati, contengono i livelli più elevati delle sostanze pericolose sottoposte ad analisi, incluso ftalati, alchilfenoli, organostannici e muschi sintetici. Queste evidenze dimostrano come proprio i bambini, che sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei composti pericolosi, siano sottoposti ad una maggiore esposizione chimica rispetto agli adulti.

La maggior parte dell’opinione pubblica preferisce non sapere che i composti impiegati nei prodotti di consumo si accumulano nell’ambiente, nei bambini e nel proprio sangue. Benché l’impatto sanitario e ambientale dell’uso dei composti pericolosi sia difficile da quantificare, sempre più aziende, organizzazioni non governative e decisori politici stanno sostenendo la necessità di un approccio precauzionale. Attualmente molti composti pericolosi sono utilizzati a livello commerciale nonostante l’esistenza di alternative più sicure solo perché non esiste un requisito legislativo o economico che imponga la sostituzione sistematica.

Greenpeace sostieni quindi la necessità di introdurre il principio di sostituzione come obbligo all'interno del REACH, il progetto di riforma della normativa europea sulla chimica.

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