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Il Santuario dei Cetacei

Pagina - 28 dicembre, 2010
Quando nel 1989, Greenpeace lanciò l’Operazione Cetacei – un censimento effettuato da tantissimi volontari – venne fuori che quel triangolo compreso tra la Liguria e la Costa Azzurra, e tutt’intorno alla Corsica, ha una ricchezza incredibile di vita: balenottere comuni ma anche capodogli, zifii, globicefali, stenelle e tante altre specie animali.

Santuario dei cetacei

Questa ricchezza è dovuta a una corrente che proviene da sud e, incontrando l’ostacolo insormontabile dell’arco ligure, è costretta a deviare verso ovest, generando un vortice che “aspira” le acque di profondità ricche di sali nutritivi (che per gravità tendono a sedimentare). I sali fertilizzano le acque di superficie dove penetra la luce del sole, innescando la moltiplicazione di minuscole alghe marine (il fitoplancton).

Le alghe sono il cibo di piccoli animali pelagici (lo zooplancton) tra cui un gamberetto, la Meganyctiphanes norvegica, di cui a loro volta le balenottere si nutrono. Dopo la balenottera azzurra, la balenottera comune è il più grande animale del pianeta e merita la massima protezione. E il Mar Ligure è la più importante area di alimentazione della balenottera nel Mediterraneo.

Dal censimento effettuato da Greenpeace nacque l’idea di realizzare nel Mar Ligure un Santuario dei Cetacei, che a seguito di un accordo tra Italia, Francia e Monaco ha preso vita nel 2002. Da questo accordo trilaterale, che impegnava solo tre Paesi, la valenza istituzionale del Santuario è cresciuta dopo che esso è stato “ufficialmente riconosciuto” dalle Parti della Convenzione di Barcellona per la Protezione del Mediterraneo. Il Santuario, infatti, è stato inserito nell’elenco delle Aree a Protezione Speciale di Interesse Mediterraneo del Protocollo sulle Aree Protette (ASPIM) della Convenzione di Barcellona e ciò lo rende un’area protetta a livello internazionale, un interessante precedente giuridico per la tutela di ampie aree del Mediterraneo, anche in acque internazionali.

Mappa del Santuario dei Cetacei

Come purtroppo Greenpeace aveva preannunciato, il Santuario è, però, una vergognosa finzione: nessuna tutela specifica dell’area, nessun progetto coerente, nessun controllo mirato.

Da anni Greenpeace denuncia come quella che potrebbe essere una delle aree più importanti del Mediterraneo per la protezione dei cetacei, non è altro che un “parco di carta” e invece di valorizzare e proteggere questo patrimonio unico si lascia che il degrado e l’indifferenza lo distruggano poco a poco.

Il Santuario si sta spopolando! I dati raccolti da Greenpeace nel 2008 e nel 2009 sono chiari: le minacce aumentano mentre balene e delfini diminuiscono!

Come se non bastasse, è l’Italia il principale responsabile della crisi di quest’area protetta: violando gli accordi presi con Francia e Monaco per mesi non è stata in grado di garantire una sede e un supporto legale al Segretariato, l’organo preposto a amministrare il Santuario, e ha dato il via alla costruzione del rigassificatore offshore di Livorno/Pisa, la prima Area Marina Industriale collocata all’interno dell’area tutelata dall'Accordo.

Download rapporto "Balene a perdere"

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