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Linee di Nazca: alcune doverose precisazioni

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News - 12 dicembre, 2014
Siamo consapevoli delle preoccupazioni che desta la vicenda di Nazca, che colpisce noi per primi, e riteniamo doveroso spiegare meglio alcuni aspetti di quanto sta accadendo.

Comprendiamo la criticità e le conseguenze alle quali questa attività ci pone di fronte. Come ufficio italiano, anche se non direttamente coinvolti, siamo in costante contatto con il team di colleghi che sta affrontando la questione con le autorità peruviane. Stiamo dando il giusto spazio a questa vicenda e solo chi è in malafede continua a ripetere che abbiamo censurato centinaia di commenti su Facebook: sono stati cancellati meno di una decina di testi che contenevano oscenità che ci rifiutiamo di pubblicare.

In molti dei messaggi che abbiamo ricevuto, e stiamo ricevendo in queste ore, ci viene chiesto per quale motivo non stiamo rispondendo a tutte le singole questioni che compongono questa delicata vicenda: una su tutte, la prima risposta su Facebook ("possiamo rassicurarti che non è stato fatto alcun danno. Il messaggio è stato scritto in lettere di stoffa gettate a terra senza toccare minimamente le linee di Nazca"), che è stata data a fronte delle prime, comprensibili, preoccupazioni ed è ovviamente riferita ai danni ai geoglifi, ovvero all'opera archeologica in quanto tale. Ci risulta – infatti – che questi preziosi reperti non siano stati danneggiati, ma ovviamente Greenpeace intende assumersi la responsabilità per tutti gli eventuali danni al sito che ospita il geoglifo del Colibrì di Nazca.

Ed è a questo scopo che Greenpeace in questo momento sta collaborando con le autorità del Perù, dove è da poco giunto anche il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo.

In generale, per il momento non possiamo "rispondere" se non comunicando quanto ci arriva da chi è sul posto: a parte la differenza di fuso orario, è in corso una indagine, ed è comprensibile che ci siano tempi tecnici per giungere a conclusioni chiare. Per quanto ci riguarda, confidiamo non solo che tali conclusioni giungano al più presto ma anche, ovviamente, che sia possibile riparare in tempi rapidi ai danni eventualmente accertati al sito.

Siamo colpiti anche noi da quanto successo. In Italia abbiamo un patrimonio artistico che rispettiamo e amiamo: questo rispetto lo estendiamo all'eredità culturale di tutti i Paesi, e siamo certi che è un sentimento condiviso da tutta Greenpeace. A maggior ragione per una organizzazione che ha come missione quella di proteggere il Pianeta, i suoi abitanti e il vasto patrimonio storico-culturale da loro prodotto in millenni di civilizzazione.

Ecco perché, oltre ad affrontare le conseguenze di quanto successo, ci impegniamo ad aggiornarvi con la massima trasparenza non appena avremo maggiori dettagli. Grazie.

2 Commenti Aggiungi commento

(Unregistered) paolo ha detto:

scrivete che non vi risultano ci siano danni
diffondete video e foto, dal confronto fra i video e le foto si nota come nelle foto siano stati ca...

Posted 13 dicembre, 2014 a 16:57 Segnala un abuso Reply

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(Unregistered) Luca ha detto:

Sarebbe bastato informarsi sulla particolare formazione del terreno per capire che camminare con delle stramaledette scarpe da ginnastica li` non si puo` fare, e che appoggiare dei teli su quel terreno non e` cosi` innocuo come sembra: quei geroglifici sopravvivono perche` il terreno e` rimasto quasi miracolosamente inalterato per millenni.

Fortuna che anche voi di Greenpeace Italia "vi sentite colpiti" dall'evento, pensa se un domani per protestare l'inquinamento di Verona abbatteste un muro dell'Arena. O se per condannare l'inquinamento del mediterraneo dipingeste sui muri di Pompei.

Se "il futuro e` rinnovabile", mettetevi in testa che patrimoni culturali vecchi di millenni non lo sono!

Posted 12 dicembre, 2014 a 17:58 Segnala un abuso Reply

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