Che 39 associazioni si mobilitino contro gli Ogm è già una bella notizia. A scaldare il pubblico del convegno “Verso Expo 2015: nutrire il pianeta senza Ogm”, svoltosi oggi a Milano, nella cornice di Expo 2015, ci ha pensato Wes Shoemyer, un agricoltore statunitense in lotta contro le multinazionali OGM, già tra i protagonisti del video “Growing doubt”.

 

La sua esperienza, quella di un agricoltore che sta cercando da un anno di riconvertire i propri campi all'agricoltura convenzionale e biologica, dopo essere stato cliente della Monsanto, è stata illuminante. Wes ha visto sul campo, in Missouri, cosa vuol dire coltivare Ogm, ha subito la delusione di tante promesse fatte e non mantenute. “Ora abbiamo erbacce più resistenti agli erbicidi, altro che usare meno chimica, come ci avevano promesso”.

Oltre al danno la beffa: chi ha acquistato sementi brevettate deve per contratto continuare a farlo per un periodo determinato. Così, negli USA, la Monsanto ha già fatto causa a numerosi agricoltori per violazione contrattuale.

Dopo aver cercato di combatterli come agricoltore, Wes lo ha fatto come senatore del suo Stato, scontrandosi con le potenti lobby del settore. Ora ci mette in guardia:

Non fate come noi, che siamo stati un immenso campo di sperimentazione, consiglio agli agricoltori italiani di non perdere il controllo e la loro indipendenza”.

Ci ha pensato la professoressa Manuela Giovannetti del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa a fornire i numeri di cosa significhi questa dipendenza dagli OGM: l'83 per cento delle coltivazioni transgeniche nel mondo è rappresentato da piante capaci di tollerare erbicidi. Da lei come dal professor Simone Vieri de La Sapienza di Roma è venuto l'appello a una  maggiore ricerca pubblica sugli OGM, impensabile però perché il controllo è in mano alle multinazionali.

A un anno da Expo 2015, l’appuntamento che farà del nostro Paese la capitale mondiale dell’alimentazione si addensano invece nuvoloni all'orizzonte. Il prossimo 9 aprile, infatti, il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, si rischierebbe di aprire la strada a semine incontrollate di colture geneticamente modificate. Tutto il comparto agricolo ne risulterebbe gravemente compromesso: un colpo durissimo per i nostri prodotti,  il “made in Italy”, le produzioni biologiche, le esportazioni e per la libertà di scelta dei cittadini.

La Task Force “Per un’Italia libera da OGM”, composta da 39 associazioni, lancia un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine OGM e, a partire dal semestre italiano, si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.

Per unirsi a questa battaglia l'appuntamento è in piazza sabato 5 aprile quando saranno allestiti presidi della Task Force nella principali città italiane per informare i cittadini sulle conseguenze e i rischi di coltivazioni OGM. I presidi principali saranno a Milano, Torino, Bologna, Padova, Firenze e Perugia.

Gabriele Salari - Addetto Stampa
Federica Ferrario - Responsabile Campagna OGM