Sei felice che Cristian e gli altri Arctic30 siano stati rilasciati su cauzione? 

Questo è quello che mi chiedono in tanti da quando il 19 novembre è arrivata la notizia che le autorità giudiziarie russe avevano deciso di concedere la scarcerazione su cauzione a Cristian come agli altri attivisti. 

La domanda ritorna soprattutto dopo la notizia scarcerazione - di pochi giorni fa - di Colin Russell, l’unico degli Arctic30 al quale era stata inizialmente prorogata. 

Un sospiro di sollievo lo abbiamo provato tutti, sapendo che ora gli Arctic30 sono in un albergo di San Pietroburgo al sicuro e coccolati dai nostri colleghi. Ora potranno recuperare le molte ore di sonno perduto ma soprattutto potranno finalmente vedere la luce.

Molti hanno perso la percezione del tempo e continuano a credere di dover vivere secondo i ritmi delle carceri. Altri camminano con le braccia dietro la schiena, come veniva chiesto loro di fare in prigione, ma la cosa bella è che ora gli Arctic30 sono diventati una grande famiglia unita. Unita dall’esperienza del carcere ma soprattutto dai loro ideali.

Alcuni di loro hanno già ricevuto la visita dei loro cari.

Non riesco a non pensare al bellissimo bacio con il quale Denis (il fotografo freelance russo) è stato accolto dalla sua ragazza.

Non riesco neanche a togliermi dalla mente l’immagine di Dima, che appena uscito dal carcere: piuttosto che parlare di sé per condividere il sollievo di poter finalmente vedere la luce, tira fuori un cartello “Save The Arctic” e si ferma per ricordare a tutti le minacce delle trivellazioni nell’Artico. “Sicuramente è fantastico che io sia fuori ma la nostra battaglia continua e l’Artico è ancora in pericolo” afferma riferendosi alla Prirazlomnaya, la piattaforma petrolifera di Gazprom che si sta preparando alle attività di estrazione di petrolio al Polo nord.

Ana Paula, la prima a uscire, ha sfoggiato un bellissimo sorriso quando è stata abbracciata dalla sua famiglia volata a San Pietroburgo per vederla. Immagini anche queste che continuano a farmi venire i brividi.

La finlandese Sini, proprio quella coraggiosa e intrepida attivista che stava tentando di scalare la piattaforma di Gazprom, è ora felice di poter finalmente gustare il suo latte di soia preferito.

Ero ovviamente in impaziente attesa del momento dell’uscita di Cristian, il nostro connazionale napoletano, che in tanti abbiamo conosciuto attraverso i racconti dei suoi genitori.

martedì 3 dicembre 2013

Cristian D'Alessandro Released On Bail © Dmitri Sharomov / Greenpeace

 

Nei suoi occhi ho letto determinazione e forza d’animo.  

Gli Arctic30 sono tuttora accusati di vandalismo e benché siano fuori dal carcere rischiano ben 7 anni di carcere per un crimine che non hanno commesso. La loro colpa è aver preso parte a una pacifica dimostrazione contro la follia delle trivellazioni nell’Artico.

Sarò felice solo quando le accuse saranno ritirate e tutti e 30 saranno a casa.

Gli Arctic30, invece, saranno felici quando le trivellazioni nell’Artico, contro le quali hanno combattuto a loro spese, saranno fermate per sempre. E tutti noi con loro.  #FreeTheArctic30

Cristiana De Lia - campaigner Save The Arctic