E' stata la prima notte dietro la Concordia (o quel che ne resta). Il convoglio, lunghissimo, di quattordici imbarcazioni, visto da tre miglia di distanza e nel buio della notte tra l'Elba e Montecristo, mi ricordava qualcosa tra una processione sacra e una spadara. Punti di luce, a volte rossa o gialla ma più spesso bianca. Quasi tutte fisse ma anche lampeggiati. A occhio, almeno cinque chilometri.

Una notte calma con un unico neo per noi: vento poco e soprattutto nella direzione sbagliata. Ci abbiamo provato per un'ora, ma sfortunatamente una gita a Montecristo non era nei nostri programmi.

Adesso invece di vento, e onde, ne abbiamo anche troppe. Sono le cinque del pomeriggio e siamo tra l'Elba e la Corsica. Maestrale teso: speriamo che non peggiori. Il timore e' per Capo Corso, uno spauracchio per tutti i marinai che speriamo non crei problemi al traino della Concordia verso Genova. E a noi.

Finora è andato tutto liscio e il Santuario dei cetacei ci ha ricompensati con il benvenuto, al largo di Pianosa, di un gruppo di stenelle che ci è venuto incontro. Curiose, allegre, vive. Come questo mare che vogliamo proteggere.