Nel 1993 nasce Forest Stewardship Council (FSC), il sistema di certificazione forestale che consente a consumatori e aziende di trovare sul mercato legno e prodotti derivati provenienti da fonti gestite in modo responsabile. Vent’anni più tardi, FSC rimane ancora l’unico sistema credibile ma, purtroppo, non è perfetto.

Un’ottima decisione per FSC è stata dissociarsi dalla controversa azienda Danzer. È successo a maggio, in seguito a un nostro reclamo che evidenziava il taglio di legno illegale e violazioni dei diritti umani da parte di Danzer nella Repubblica Democratica del Congo. Dopo aver verificato la nostra denuncia, FSC ha deciso di svincolarsi dall’azienda definitivamente.

Ci sono altri aspetti del sistema però che non ci fanno impazzire. Comincia a sembrarci che l’attuazione e l’interpretazione degli standard FSC si stiano indebolendo. Per questo motivo abbiamo pubblicato una prima serie di casi studio che evidenziano sia le buone pratiche, sia le criticità che è tempo che FSC riveda e migliori. È l’unica strada per poter mantenere la credibilità che ha costruito negli anni agli occhi dei propri soci e clienti.

Il primo caso studio mostra un buon esempio di gestione forestale per la produzione di legno a marchio FSC. In Canada un gruppo di piccoli proprietari forestali chiamato Ecotrust estrae legno usando metodi a basso impatto ambientale e sociale e riesce a mantenere una proficua attività economica. Ecotrust lavora attivamente per la conservazione dell’habitat delle specie a rischio, così come per il recupero delle foreste primarie e della diversità naturale delle specie arboree, che era stata deteriorata dalle pratiche di taglio industriale nei decenni precedenti. Inoltre, i membri del gruppo sono sempre stati in buoni rapporti con le comunità native del Nord America e hanno riconosciuto formalmente i loro diritti, incluso quello della proprietà del territorio, ottenendo da loro il consenso per la realizzazione delle attività di estrazione del legno.

Questo caso dimostra come FSC possa giocare un ruolo molto positivo nella gestione delle foreste a beneficio degli ecosistemi, delle aziende che estraggono il legno e delle comunità locali.

Purtroppo, però, non possiamo negare alcune evidenti criticità come il cosiddetto standard del “Controlled Wood”, o legno controllato, che è l’argomento del nostro secondo caso studio. Cos’è il legno controllato? Si tratta di legno che, pur non provenendo da fonti a rischio (come la deforestazione illegale, la conversione delle foreste in piantagioni o per usi non forestali, le foreste ad alto valore di conservazione, i conflitti sociali oppure gli organismi geneticamente modificati), viene mischiato a legno interamente FSC per creare prodotti che riportano il marchio FSC Misto.

Il caso in esame analizza come in Scandinavia la cattiva gestione di questo standard da parte di alcune aziende stia mettendo a rischio la biodiversità.

Le foreste della Finlandia sono state indicate a basso rischio per la categoria di legno controllato, ma rappresentano l’habitat della maggior parte delle specie minacciate del Paese, come lo scoiattolo volante, e per ben due terzi sono compromesse dalla silvicoltura intensiva. Meno del 2,5% delle foreste finlandesi sono certificate FSC mentre il resto ricade nella categoria del legno controllato. Dalle ultime indagini risulta evidente che le più importanti aziende finlandesi del legno come UPM, Metsa Group e Stora Enso, utilizzino legno controllato che proviene dalle foreste primarie certificandolo come FSC Misto. Questo non ci piace e riteniamo che FSC dovrebbe astenersi dalla concessione del marchio a questo tipo di produzione.

La certificazione forestale svolge un ruolo prezioso nella conservazione delle foreste, ma FSC, l’unico schema responsabile a disposizione, deve assicurare che i propri standard siano applicati rigorosamente in tutte le regioni e allo stesso modo. Per questo gli abbiamo formalmente chiesto di fermare la certificazione di pratiche controverse come questa e continuare a investire e incoraggiare quelle che rispettano davvero le foreste. A noi e ai consumatori sono quelle che piacciono di più.

Per scaricare i due casi studio in inglese, clicca qui.

Esperanza Mora, campaigner Foreste