Sono arrivati i risultati definitivi della nostra spedizione a Fukushima. Purtroppo, come suggerivano le analisi preliminari condotte a bordo della Rainbow Warrior, la contaminazione è preoccupante: alcuni campioni raggiungono livelli fino a cinquanta volte superiori ai limiti ufficiali di sicurezza!

Sono tornata dal Giappone poco più di una settimana fa. Nelle giornate trascorse al largo abbiamo raccolto diversi campioni di organismi marini, tra cui pesci, alghe e molluschi. Mentre il mio team lavorava in alto mare, una squadra a terra visitava vari porti di pescatori lungo la costa a sud della centrale. I campioni raccolti sono stati analizzati da due laboratori indipendenti in Francia e in Belgio e i risultati parlano chiaro: alta contaminazione da iodio radioattivo e livelli significativi di cesio radioattivo.

Tra gli aspetti più preoccupanti: l'elevata presenza di iodio radioattivo trovata nelle alghe, un alimento alla base della dieta giapponese. Pensate che in queste settimane è iniziata la stagione di raccolta, ma alla popolazione costiera non è stata fornita alcuna indicazione circa il pericolo di contaminazione.






Per non parlare di pesci e molluschi, in alcuni campioni sono stati rilevati livelli di radioattività oltre i limiti legali ammessi negli alimenti. Anche in questo caso, invece di fornire dati precisi alla popolazione locale, le autorità hanno aumentato i livelli massimi di esposizione annuale a radiazioni a 20 milliSievert, anche per i bambini.

E, mentre le autorità giapponesi affermano che la radioattività riversata in mare non è più pericolosa perchè si sta disperdendo, le analisi che lanciamo oggi dimostrano come la contaminazione stia risalendo la catena alimentare, costituendo un serio problema per la salute umana.  

Non sono in pericolo solo i consumatori, ma anche tutte le persone che vivono grazie al mare. I pescatori, ne abbiamo incontrati alcuni durante il nostro monitoraggio, ogni giorno si trovano a maneggiare reti e corde potenzialmente contaminate dal sedimento, così come pesci e alghe radioattivi.

La popolazione ha bisogno al più presto di informazioni chiare per evitare ulteriori contaminazioni. Il Governo giapponese deve avviare subito un programma di monitoraggio approfondito e continuo dell'ecosistema marino. Il nostro viaggio a Fukushima è servito a rompere il silenzio del governo del Giappone e a far conoscere il reale impatto di questo terribile disastro.

Nel mio cuore spero che la nostra spedizione possa servire a far capire anche in Italia quali sono i costi insopportabili del nucleare.

Giorgia Monti, campaigner Mare di Greenpeace Italia