Lo stiamo ribadendo da tempo: un terzo del nostro cibo e la maggior parte delle piante spontanee che ci circondano dipendono dalle api, dai bombi e dagli altri insetti impollinatori.

La situazione, tuttavia, non è buona né per le api né per il nostro cibo. Pesticidi tossici usati per colture e fiori stanno contaminando il polline e il nettare ricercati dalle api, con ovvi effetti negativi sulla loro salute. La causa? Un’agricoltura industriale dipendente da dosi sempre maggiori di sostanze chimiche, promosso da multinazionali agrochimiche. Questo sistema minaccia non solo le nostre api, ma anche la nostra sicurezza e diversità alimentare!

Per esporre questo sistema agricolo fallimentare, abbiamo pubblicato rapporti, video e ha preso provvedimenti contro le aziende killer delle api.

Abbiamo testato il polline raccolto dalle api e scoperto che oltre due terzi è contaminato con residui di pesticidi - fino a 17 diverse sostanze chimiche tossiche per singolo campione.

Abbiamo dimostrato che anche i nostri giardini, balconi e parchi potrebbero trasformarsi in un Eden tossico.

Abbiamo testato i fiori e le piante comprate presso garden center, supermercati e magazzini del fai da te di tutta Europa, mostrando che i campioni contenevano pesticidi killer delle api, tra cui quelli del gruppo dei neonicotinoidi, oggetto di un divieto parziale a livello europeo.

Abbiamo pubblicato anche un apocalittico cortometraggio “Robobees”, nel quale api robot vengono proposte come alternativa – ovviamente ironica - per sostituire gli impollinatori naturali ormai estinti, per impollinare le coltivazioni. 

È questo il futuro che vogliamo per la nostra agricoltura?

Noi crediamo di no, e per esprimere le nostre preoccupazioni e il legame fra pesticidi e declino degli impollinatori, abbiamo partecipato anche alle assemblee annuali di Syngenta e Bayer, aziende leader nella produzione di queste sostanze.

Per fortuna la battaglia a tutela delle api non è ancora persa: un cambiamento è ancora possibile. Esistono soluzioni valide e una via d’uscita per l’attuale crisi dell'agricoltura industriale: si chiama “agricoltura ecologica”. Ovvero un’agricoltura che lavora con la natura e non contro di essa. In grado di produrre cibo sano per tutti, e allo stesso tempo proteggere il Pianeta e le api. Pratiche agricole ecologiche sono fattibili su larga scala e sono praticate - con successo - dagli molti agricoltori  in tutta Europa.   

 

Tantissime persone si stanno mobilitando per proteggere le api. Circa 1.000 volontari di Greenpeace hanno organizzato attività in 110 città europee - da Amburgo a Roma e da Sofia a Malaga - per informare e mobilitare le persone sull'importanza delle api per la nostra sicurezza alimentare. Attività che spaziavano dalle proteste presso i vivai che ancora vendono prodotti dannosi per le api alle raccolte di firme presso i mercati per petizioni dirette ai politici. 

Queste attività fanno parte di un crescente e colorato movimento internazionale per difendere le nostre api e promuovere un’agricoltura sostenibile. I politici nazionali ed europei non possono più ignorare queste voci. Bisogna vietare tutti i pesticidi dannosi per le api, e attuare piani d'azione per salvare gli impollinatori nel lungo termine.

 Come gli attivisti Greenbees, dobbiamo agire ora e insieme per proteggere il cibo che mettiamo sulle nostre tavole, e permettere alle api di prosperare nuovamente in un mondo - e in un sistema agricolo - privo di sostanze chimiche tossiche.

Firma anche tu: facciamo crescere il ronzio!

Federica Ferrario-Campagna Agricoltura Sostenibile