Tra gli attivisti di Greenpeace ha da poco preso vita un nuovo team formato da esperti subacquei provenienti da tutta Italia, alcuni con anni di volontariato e attivismo alle spalle altri meno, ma tutti motivati. Ci siamo dati il nome di "Meduse" e cercheremo di mettere a disposizione le nostre competenze subacquee per dare supporto in particolare alla campagna mare di Greenpeace. Ma non solo.

A inizio novembre abbiamo svolto la nostra prima attività eseguendo un monitoraggio in zona Santa Marinella (Civitavecchia), per verificare le condizioni dei fondali dove quasi cinque anni fa è stato effettuato un trapianto di posidonia.



Tra agosto 2004 e febbraio 2005, infatti, sono state trapiantate in quest'area 320.000 piantine di posidonia, facenti parte della "prateria di Mattonara" che è stata in parte eliminata per consentirne l'ampliamento del porto di Civitavecchia. La posidonia è una pianta protetta da direttive europee (direttiva Habitat) e il trapianto era previsto come misura compensativa alla distruzione di questo preziosissimo patrimonio naturale. Purtroppo già nel 2007 Greenpeace aveva denunciato il fallimento di questa operazione, verificando che ben poche piantine erano sopravvissute al trapianto.

A distanza di due anni siamo tornati sott'acqua per aggiornarci sulla situazione; una splendida giornata di sole ha reso ancor più stimolante questa missione. Due gommoni del team nautico di Greenpeace ci hanno accompagnati sul punto di immersione, non lontano dalla costa; qui, divisi in due squadre, ci siamo immersi con l'obiettivo di esaminare il fondale a una profondità intorno ai 10 metri. Come ci aveva spiegato Giorgia Monti, la nostra campaigner Mare, avremmo dovuto delimitare delle aree all'interno delle quali contare le piantine di posidonia rimaste dopo il trapianto. Appena scesi ci siamo resi conto che la situazione era peggiore di quanto pensassimo.

La maggioranza delle sagome di cemento che avrebbero dovuto ospitare le piantine di posidonia, sono completamente vuote, a volte ammassate l'una sull'altra per via delle correnti. La sabbia e i sedimenti hanno preso il posto di quella che avrebbe dovuto diventare una nuova prateria di posidonia: il trapianto si conferma un fallimento e a noi non resta che documentare questo crimine ambientale con fotografie e riprese video.

È stato frustrante rilevare queste condizioni dei fondali ma, allo stesso tempo, nessuno di noi ha potuto nascondere l'entusiasmo di aver preso parte a questa esperienza. È stata incredibile la spontaneità con cui gli attivisti, sub e squadra nautica, hanno lavorato con affiatamento e coordinazione, nonostante molte persone si incontrassero per la prima volta solo in quell'occasione.


Questa è la magia che si ripete ogni volta che mi capita di incontrare persone con cui sento di condividere valori profondi, è straordinario e penso che sia questo ciò che rende straordinaria Greenpeace.

Claudia Baldi
Gruppo Locale Genova