Il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha riconosciuto la necessità di proteggere l’Artico rispondendo a una lettera con cui il noto cantante spagnolo Alejandro Sanz, ambasciatore dell’Artico per Greenpeace, ha chiesto agli Stati Uniti di sostenere la creazione di un santuario al Polo Nord.

 

Una notizia che accogliamo con grande soddisfazione.

La scorsa estate Alejandro Sanz ha viaggiato con Greenpeace nel cuore dell’Artico, in Groenlandia, vedendo con i suoi occhi il rapido scioglimento dei ghiacci. Il cantante, ricevuto alla Casa Bianca, ha consegnato al Presidente Obama una lettera per chiedergli  di aderire alla “Dichiarazione Internazionale per il Futuro dell’Artico”. Sanz ha espresso la sua preoccupazione per le gravi conseguenze che deriverebbero dalle perforazioni petrolifere, vista l’importanza  di quest’area per gli equilibri del Pianeta.

E Obama ha risposto a queste sollecitazioni con una lettera indirizzata a Sanz. “L’Artico – ha affermato il presidente statunitense - costituisce un elemento critico per far fronte al cambiamento climatico” e, ha continuato Obama, “tutti siamo parte della sua protezione e conservazione”.

Sanz si è detto grato. “Ringrazio profondamente il presidente Obama per la sua risposta positiva alla nostra petizione a nome di Greenpeace e delle milioni di persone che hanno firmato per la protezione dell’Artico. Il suo impegno rappresenta un grande impulso per la nostra causa” ha sottolineato il cantante.

Per questo motivo, Sanz ha chiesto a Obama di assumere un ruolo di leadership per la protezione dell’Artico e di portare avanti il progetto di creazione di un Santuario artico insieme agli altri Stati artici.

“Per Obama, questo è il momento di dimostrare quella leadership mondiale nel proteggere l’eredità delle generazioni future in cui si era impegnato all’inizio del suo mandato. Il primo passo è chiudere le frontiere dell’Artico nordamericano al petrolio” afferma Pilar Marcos, responsabile della campagna Artico di Greenpeace.

In questo senso, lo stesso Presidente ha dichiarato che “per troppo tempo c’è stata una stretta relazione tra le compagnie petrolifere e l’agenzia federale che ha loro permesso di trivellare alla ricerca del petrolio. Sembra che i permessi siano stati spesso emessi sulla base di poche garanzie di sicurezza da parte delle compagnie petrolifere”.

Le dichiarazioni di Obama arrivano insieme a un'altra buona notizia per il futuro dell’Artico. Per il secondo anno consecutivo, e grazie alla pressione mondiale e all’azione del sistema giudiziario statunitense, Shell ha deciso di sospendere le trivellazioni in Alaska per tutto il 2014.

Anche quest’anno Shell voleva continuare con il suo programma di perforazioni nel mare dei Chukchi in Alaska, grazie alle licenze di esplorazione concesse dal governo statunitense nel 2008. Dopo questo stop, è giunto il momento che Shell getti alle ortiche una volta per tutte i suoi progetti di trivellazione, che mettono a rischio un ecosistema fragile e incontaminato.

Già cinque milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato la petizione per la creazione di un Santuario nell’Artico.

Grazie al vostro aiuto e a queste notizie positive, la nostra campagna sta acquistando sempre maggior forza. Insieme, continueremo a lottare pacificamente per raggiungere un grande obiettivo, dal quale dipende il futuro di tutti: salvare l’Artico!

www.savethearctic.org