Partiti da Auckland, in Nuova Zelanda, dopo alcuni giorni di navigazione si é arrivati nella stupenda isola di Rarotonga, nelle isole Cook, dove l'accoglienza é stata calorosissima! Il tempo di mettere piede in banchina e immediatamente una meravigliosa e coloratissima cerimonia di benvenuto prende il via con danze e musiche tradizionali.

Malgrado la bellezza e la purezza dell'isola, cicloni e tempeste intervallati a periodi di siccità fanno parte della vita quotidiana insieme all'aumento del livello del mare. Le comunità locali e il governo cercano sempre nuove vie per adattarsi ma ognuno sa che l'origine di tutto questo non è qui, dove gli effetti del cambiamento climatico sono più sentiti.  Muri per proteggersi dall'aumento del livello del mare, sistemi per raccogliere l'acqua piovana e piani contro i cicloni sono discussi e messi in opera di continuo.

I primi giorni del tour sono stati spesi a Rarotonga e nell'atollo di Aitutaki per organizzare meeting, parlare con i rappresentanti del governo, delle ONG locali e le persone attive sul cambiamento climatico, raccogliendo un sacco di materiale foto e video. E' incredibile come la reputazione di Greenpeace sia forte in questi luoghi. D'altronde il lavoro fatto in passato soprattutto contro gli esperimenti nucleari francesi ha lasciato il segno ed è quasi
commovente ascoltare come ognuno qui riesca a dirti in quale anno e quale nave di Greenpeace ha visitato questi luoghi in passato!

Tappa successiva il remoto atollo di Pukapuka composto da tre isole: la comunità di 400 persone che vi risiede abita per sei mesi in una di queste e sei mesi in un'altra per dar modo alla natura di rigenerarsi.. la terza isola viene lasciata come riserva naturale.. Vivendo qui da più di mille anni hanno uno stile di vita quasi completamente autosufficiente (ogni quattro mesi una nave è di passaggio con alcuni rifornimenti), nutrendosi soprattutto di pesci e noci di cocco.

Si è scelto di veninire qui perchè questo atollo è uno dei più remoti e vulnerabili al cambiamento climatico per via del peggioramento dei cicloni: nel 2005 in sole 5 settimane è stato colpito da ben quattro di questi che hanno lasciato intatte solo il 10 per cento delle case.

Sulla via di ritorno per Pukapuka si sono imbarcati con noi due abitanti di Nassau per farsi visitare dal medico locale (aspetteranno settimane prima che una barca possa riportarli alle case). La sera, nel salottino dell'Esperanza, hanno cominciato a cantare canzoni
tradizionali insieme agli altri rappresentanti del governo e della Croce Rossa. Altro momento toccante per tutti noi. La loro cultura così solare e innamorata della vita ci ha contagiato per tutto il tour.

E' stato davvero formativo e toccante ascoltare le storie della gente locale. Persone così isolate e preoccupate per il futuro della loro comunità, che continuano a mantenere una vita armoniosa con la terra e il mare e che non hanno bisogno della scienza per dire che qualcosa è sbagliato; possiedono già un innato senso di consapevolezza che qualcosa sta succedendo alla natura che li circonda e non a causa loro, ma alle azioni del mondo "sviluppato".