Le vicende legate alla bonifica della ex Sisas di Pioltello-Rodano sono la dimostrazione che la gestione emergenziale di bonifiche e rifiuti è una strada assolutamente fallimentare.



Greenpeace ha cominciato a occuparsene lo scorso marzo, con un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, per fare chiarezza su tutta questa partita. Abbiamo richiesto informazioni e trasparenza agli Enti preposti (sia nazionali che europei).
Abbiamo pubblicato rapporti. Abbiamo organizzato conferenze stampa e condotto indagini sul campo. Oggi, dopo nove mesi di lavoro, siamo costretti a entrare in azione per chiedere la verità sulle operazioni legate a questa bonifica tutta italiana.

Stamattina una decina di attivisti, sia italiani che spagnoli, hanno posizionato un enorme segnale di pericolo e la scritta “rifiuti illegali made in Italy”, nella discarica spagnola di Nerva, in Andalusia. In questa discarica, infatti, già tristemente nota per la sua gestione tutt'altro che esemplare, sono state portate quasi 25.000 tonnellate di quei rifiuti pericolosi che giacevano da anni nelle discariche illegali all'interno dell'area della ex Sisas. Rifiuti pericolosi contaminati da un vasto range di sostanze dannose, mercurio compreso. Rifiuti che avrebbero dovuto ricevere il trattamento chimico-fisico di inertizzazione previsto dalla normativa europea prima del loro conferimento in discarica, mentre invece - come documentato fotograficamente lo scorso marzo - almeno uno dei container spediti dall'Italia, ha scaricato i rifiuti senza alcun trattamento chimico-fisico. E gli altri?

I continui silenzi e le mezze risposte ricevute rafforzano sempre più il dubbio che non si sia fatto altro che trasferire il problema - e l'inquinamento - dall'Italia alla Spagna.
Il governo italiano, quello andaluso e la Commissione europea sono stati informati del caso. Tuttavia, al di là dei rigorosi controlli sui tempi di svuotamento delle discariche esistenti presso la ex Sisas, per evitare la mega-multa europea non sembra vi sia stato alcun tentativo di chiarire o escludere violazioni alla legislazione europea sul trattamento dei rifiuti che da li hanno avuto origine.

Questo caso resta ancora irrisolto perché nessuna delle autorità coinvolte ha voluto verificare seriamente quanto è accaduto.

Con l'azione di oggi chiediamo ancora una volta alle autorità italiane, a quelle andaluse e alla Commissione europea di far luce su questa vergognosa vicenda.
Ribadiamo la domanda che abbiamo fatto all'ormai ex Ministro Prestigiacomo, al Governatore Formigoni, al Commissario Pelaggi e al Commissario europeo Potocnik, in occasione della trionfalistica conferenza stampa dello scorso marzo in Regione Lombardia, dove si comunicava la fine dei lavori di bonifica: che fine hanno fatto i rifiuti della ex Sisas?

P.S. Per le puntate precedenti:
http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/Rifiuti/bonifiche/

Federica Ferrario, Responsabile della Campagna