Come volevasi dimostrare! Che ci sarebbero stati degli effetti negativi lo avevamo previsto non solo noi di Greenpeace, ma che si arrivasse già ora a questo livello in pochi potevano pensarlo. È l’amaro commento sui dati relativi alla diminuzione del numero dei nuovi impianti eolici realizzati in Italia nel 2010, presentati oggi da Anev, l’Associazione nazionale dell’Energia del Vento.

La riduzione del 20% della potenza annua installata rispetto al 2009 è un segnale preoccupante: gli attacchi concentrici contro la tecnologia eolica iniziano a produrre i loro effetti negativi.

Nel corso del’ultimo anno abbiamo assistito a un'assurda campagna nazionale volta a screditare l’energia eolica definita, in una escalation senza precedenti, come nemica del paesaggio, foriera di capitali di dubbia provenienza, inutile e dannosa. In realtà l’energia eolica ha generato ricchezza, creato migliaia di nuovi posti di lavoro con una prospettiva di raggiungerne oltre 67.000 al 2020, aumentato la  sicurezza energetica del nostro Paese, riducendo la bolletta e l’inquinamento atmosferico.

Le ultime scelte del Governo con la proposta di Decreto di attuazione della Direttiva rinnovabili rischiano di assestare un colpo definitivo all’energia eolica. Questi continui cambiamenti della normativa e degli incentivi scoraggiano nuovi investimenti, inducendo imprese e banche a fermare nuove iniziative imprenditoriali.In questo modo, l’Italia non riuscirà mai a raggiungere i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni.

Quando si apprende che in Spagna l’energia eolica ha coperto nel 2010 ben il 16% dei consumi elettrici, e il 35% è coperto assieme alle altre rinnovabili, si capisce quanto questo tipo di tecnologia spaventi le grandi industrie dell’energia fossile e la lobby nucleare con tanti amici nel nostro Governo…
Domenico Belli

Responsabile della campagna Energia e Clima