Nuova immagine1,2,3…al via la raccolta dei rifiuti elettronici! Ebbene si, il 19 giugno è entrato finalmente in vigore il decreto “uno contro uno” che obbliga i negozianti a ritirare – a titolo gratuito - il vecchio apparecchio elettronico al momento dell’acquisto di un nuovo articolo simile.

Ma è davvero così? In dubbio sull’effettiva partenza di questo decreto, Greenpeace è entrata in azione. Con la scusa di acquistare un nuovo articolo hi-tech (pc, televisore, frigorifero) abbiamo telefonato a nove grandi rivenditori a Milano, Roma e Napoli. Poi con una telecamera nascosta ci siamo recati in altri tre negozi della capitale. E i risultati sono stati allarmanti.

Ben nove rivenditori sui dodici intervistati (il 75 per cento) non risultano in linea con la nuova normativa! In alcuni casi infatti il costo della consegna del prodotto nuovo è stato maggiorato così da includere il ritiro del vecchio articolo. In altri invece i costi di consegna del nuovo prodotto e di ritiro del vecchio sono ancora distinti fra loro, e viene chiaramente indicato che il ritiro non è gratuito.

A distanza di un mese dalla partenza del decreto abbiamo pubblicato la nostra video–inchiesta presentando questi risultati sconcertanti a un importante incontro sui rifiuti elettronici, tenutosi a Roma. Siamo andati a questo appuntamento, senza essere formalmente invitati come relatori, e grazie al placet degli organizzatori abbiamo potuto trasmettere la video–inchiesta. Fra i diversi esponenti del settore, c’era il Direttore Generale di Aires, l’associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati, che ha riconosciuto il problema impegnandosi a mettere in regola almeno i suoi associati.

A questo punto siamo ancora fiduciosi che qualcosa si possa muovere e in tempi brevi. Ma un fatto è certo. Ancora una volta è il consumatore a non essere tutelato perché si trova a pagare due volte: una al momento dell’acquisto (pagando l’eco-contributo RAEE per lo smaltimento che è già incluso nel prezzo), l'altra al momento del ritiro del vecchio articolo. Eppure l’obbligo di ritiro è in vigore da 5 anni (cioè da quando l’Italia ha recepito la direttiva europea), sebbene l’obbligo effettivo sia arrivato solo ora. Ma c’era tutto il tempo per adeguarsi… no?