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Ce l’abbiamo fatta! #SaveTheArctic conquista il Polo Nord

News - 15 aprile, 2013
Il team Aurora ce l’ha fatta. Renny, Kiera, Josefina, Ezra, insieme alle guide polari, ai fotografi e ai tecnici informatici, hanno raggiunto il punto più a Nord del Pianeta. E hanno mantenuto la promessa: la Bandiera del Futuro e la capsula con tutti i nomi dei "Difensori Artici" è stata piantata a quattro chilometri di profondità sul fondo dell’Oceano.

Siamo riusciti in quest’impresa dopo quasi otto giorni di cammino sui ghiacci artici e non ce l’avremmo mai fatta senza il sostegno di circa tre milioni di persone che hanno firmato su www.SaveTheArcic.org. Con la nostra bandiera, l’Artico è stato simbolicamente reclamato come patrimonio di tutta l’umanità. Ora chiediamo ai leader mondiali di istituire un Santuario Globale che protegga l’Artico dalle  esplorazioni petrolifere, dalla pesca industriale e dalle guerre. Per sempre.

Ezra Miller, l’attore statunitense protagonista del film "Io sono infinito" nel corso della cerimonia ha dichiarato: «Piantando questa bandiera speriamo di ispirare all’azione i giovani di tutto il mondo, così come i loro governi, affinché proteggano l’ultimo paradiso incontaminato del Pianeta. Siamo qui per dire che quest’area dell’Artico non appartiene né a governi né a multinazionali, ma è patrimonio comune dell’umanità e che le compagnie petrolifere non possono metterlo in pericolo».

In questi giorni anche l’Arcivescovo Desmond Tutu ha espresso il suo appoggio: «Offro il mio appoggio incondizionato a questi giovani che sono arrivati fino al Polo in nome di coloro le cui vite vengono ogni giorno sconvolte dai cambiamenti climatici».

La spedizione al Polo Nord è terminata ma la campagna SaveTheArctic.org andrà avanti in altre forme, sempre contando sul sostegno di milioni di “Difensori artici”. Dobbiamo fermare compagnie senza scrupoli come Shell, Gazprom e Statoil che - approfittando dello scioglimento dei ghiacci dovuto al cambiamento climatico – stanno sviluppando programmi per la ricerca di petrolio nel fragilissimo ecosistema artico.

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