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Chi inquina paga

Condanne confermate per il disastro della petroliera Erika

News - 26 settembre, 2012
La Corte di Cassazione francese ha reso noto ieri il suo verdetto sul caso Erika, confermando tutte le condanne penali nei confronti della Total per il naufragio alla petroliera Erika, uno dei peggiori disastri ambientali mai avvenuti al largo delle coste francesi.

mercoledì 26 settembre 2012

Greenpeace volunteer holding an oiled bird killed by ERIKA's oil spill. Plage Valentin, France. © Greenpeace / Isabelle Rouvillois

La nave trasportava circa ventimila tonnellate di petrolio, che hanno ucciso decine di migliaia di uccelli, e interessato circa 400 chilometri di costa.

Sono stati tutti condannati: Giuseppe Savarese, armatore  dell'Erika; la Rina, la società incaricata di autorizzare la navigazione della nave; il gestore Antonio Pollara e soprattutto la Total.

Malgrado questa buona notizia, la giurisprudenza resta fragile.
Da un punto di vista internazionale, la regola è chiara: quando una nave provoca una marea nera nelle acque internazionali, solo il Paese di cui la nave porta la bandiera può perseguire i responsabili mentre il Paese vittima dell'inquinamento non può fare nulla. Da anni si moltiplicano le "bandiere di comodo" per i trasporti a rischio.

La Erika batteva bandiera maltese. Ci vedete Malta che persegue la Total per l'inquinamento che ha colpito le coste francesi?

Siamo forse di fronte all'unico caso in cui la vittima non può fare nulla per difendersi. Bisogna riformare il diritto marittimo perché venga realmente rispettato il principio che chi inquina paga!
 

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