News - 25 maggio, 2011
I fiumi del Sud del mondo sono in pericolo, bisogna proteggerli. Come? Imparando da chi ha già commesso questi errori distruggendo i propri corsi d'acqua: i Paesi del Nord. È il messaggio che abbiamo lanciato oggi con il rapporto "Danni sommersi".
Nel documento riveliamo gli elevati
costi finanziari,
ambientali e
sociali che l'inquinamento industriale ha provocato negli ultimi decenni nei Paesi del "Nord del mondo". L'inquinamento delle acque da composti
chimici pericolosi ha determinato così tante difficoltà tecniche, economiche e politiche da essere ingestibile.
Per questo abbiamo voluto mettere a disposizione dei Paesi emergenti le nostre drammatiche esperienze perché essi sappiano difendersi.Fiumi come Chao Praya in
Thailandia, Neva in
Russia, Marilao nelle
Filippine e Yangtze in
Cina forniscono
acqua a uso potabile,
domestico e agricolo per grandi aree rurali, così come per metropoli quali Shangai, Bangkok e S. Pietroburgo. Anche se invisibili all'occhio umano, le sostanze persistenti nell'ambiente, bioaccumulanti e tossiche presenti nelle acque di questi fiumi sono estremamente pericolose per la salute umana.
Vogliamo mettere a disposizione dei Paesi emergenti le nostre drammatiche esperienze perché essi sappiano difendersi, visto che è proprio lì che è stata trasferita gran parte della produzione chimica e manifatturiera.
Con questo documento, chiediamo ai Governi di impegnarsi per un futuro senza sostanze tossiche e di adottare misure in grado di eliminare progressivamente l'utilizzo e il rilascio di sostanze pericolose fino a raggiungere l'obiettivo "Scarichi Zero".
Leggi il rapporto "Danni sommersi"