News - 19 maggio, 2011
Sospetti confermati. Almeno una parte dei rifiuti pericolosi della ex-Sisas di Pioltello trasferiti in Spagna è stata smaltita nella discarica di Nerva, in Andalusia, senza alcun trattamento preliminare. Abbiamo le prove, e le abbiamo inviate alla Commissione europea.
La sporca storia del nerofumo ex-Sisas potrebbe costituire una grave violazione del diritto europeo. Su quasi 25.000 tonnellate di
rifiuti pericolosi inviati all'estero, almeno una parte è stata seppellita nella discarica gestita dalla società spagnola Befesa senza ricevere il
necessario trattamento, obbligatorio, di stabilizzazione e inertizzazione.
Lo abbiamo documentato nel report "
Dossier nerofumo ex-Sisas". Le prove sono arrivate dopo le nostre insistenti richieste di informazioni alla Giunta andalusa che, alla fine, si è decisa ha fornirci il materiale sul caso.
Sui carichi di residui provenienti dalla
bonifica della ex-Sisas, ad esempio, le informazioni trasmesse dalla Giunta confermano che tutti i container entrati nell'impianto di Nerva a partire dallo scorso febbraio, facevano riferimento all'
autorizzazione IT13588. Tale autorizzazione indica espressamente che si tratta di
rifiuti pericolosi.
Nel periodo in cui sono arrivati a Nerva i rifiuti pericolosi dall'Italia, Greenpeace ed Ecologistas en Acciòn, hanno documentato l'attività di decine di camion (IT13588) che hanno scaricato rifiuti senza adottare la procedura corretta.
E il problema non riguarda solo la Spagna. Quello che succede a Nerva è anche un problema italiano e le nostre autorità non possono applicare la tecnica dello "scarica barile", attribuendo tutte le responsabilità all'azienda spagnola. L'impresa italiana Daneco è quella incaricata delle operazioni di bonifica a Pioltello e questi rifiuti sono prodotti in Italia.
Svuotare le discariche abusive in provincia di Milano trasferendo l'inquinamento altrove, non è una soluzione. Abbiamo già chiesto al Ministro Prestigiacomo e al Commissario Ambiente Potocnik di fare luce su questa vicenda: le ultime evidenze dimostrano che quest'affare è tutt'altro che chiuso e trasparente.
Leggi il report : "Una sporca storia"