News - 9 aprile, 2014
Grazie alla pressione crescente di centinaia di migliaia di persone in tutto il Pianeta, Procter & Gamble ha pubblicato nelle ultime ore una nuova politica di acquisto. La multinazionale statunitense ha annunciato che controllerà l’origine dell’olio di palma e dei derivati che utilizza per i propri prodotti.
Una buona notizia per le foreste indonesiane, habitat di specie come la tigre di Sumatra e l’orango del Borneo, messe a dura prova dalla deforestazione causata dalle piantagioni di olio di palma, come dimostrato dalle nostre indagini.
P&G ha dichiarato che adotterà misure per eliminare la distruzione delle foreste entro il 2020 dalle proprie filiere. Inoltre garantirà la completa tracciabilità della materia prima, e andrà oltre i criteri dello schema di certificazione Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), di cui fa parte, promettendo la protezione delle torbiere e altre categorie di foreste che la certificazione non contempla, oltre al rispetto dei diritti delle comunità locali.
Un grande passo avanti anche se non sufficiente. Siamo sicuri che P&G possa agire in tempi più rapidi rispetto a quelli prospettati nell'impegno. Chiediamo quindi all’azienda di implementare questa politica sul campo prima del previsto per evitare che fornitori controversi come Musim Mas e KLK possano continuare a convertire foreste primarie in piantagioni di olio di palma.
L’annuncio segue quello di altri marchi come Colgate-Palmolive, Nestlé, L’Oréal, Unilever, Mars e l’italiana Ferrero. Il settore dell’olio di palma dimostra così che è possibile cambiare significativamente quest’industria, evitando di distruggere ecosistemi preziosi come le foreste del Sudest asiatico.