News - 30 agosto, 2010
International — Due delle nostre navi sono in mare per combattere il petrolio sporco. Nel Golfo del Messico, l'Arctic Sunrise sta indagando sulla reale dimensione della marea nera e sulle vere cause del disastro. A bordo dell'Esperanza, invece, stiamo cercando di bloccare le esplorazioni petrolifere nell'Artico.
Spedizione della nave "Esperanza" nell'Artico per cercare di bloccare le esplorazioni petrolifere.
A bordo dell'Arctic Sunrise, accompagnati da un team di ricercatori indipendenti, siamo riusciti a portare a termine un campionamento dello zooplancton nell'area del Golfo per conoscere gli impatti della marea nera. Dopo una sosta nel porto di St. Petersburg in Florida, il prossimo 5 settembre l'Arctic raggiungerà di nuovo l'area del disastro per monitorare la popolazione di balene e per raccogliere evidenze sul greggio accumulatosi sui fondali marini.
Con le stime attuali, questo disastro supera quello della piattaforma messicana Ixotoc I, del 1979, in quanto si tratta del più grave sversamento di petroliodirettamente in mare. Nei prossimi mesi grazie alla spedizione dell'Arctic capiremo meglio cosa è andato perso a causa di politiche energetiche rapaci e suicide.
Intanto, l'Esperanza è nell'Artico e sta affrontando le industrie petrolifere, impegnate in una corsa spericolata e disperata verso le ultime gocce di petrolio. Cairn Energy, una società britannica, sta mettendo a rischio il fragile ecosistema artico – e il nostro clima - perforando nel mare al largo della Groenlandia.
Gli abbiamo fatto visita per portare il nostro messaggio: insieme alle perforazioni in alto mare e alle estrazioni dalle sabbie bituminose in Canada, le perforazioni petrolifere nell'Artico devono essere fermate. Subito!