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NO al carbone: terzo round a Brindisi

Azione di Greenpeace alla centrale ENEL di Brindisi

News - 30 novembre, 2007
Continua la battaglia di Greenpeace contro il carbone. Solo pochi giorni fa, la foto action in mutande, l'azione alla centrale di Civitavecchia e la protesta contro la politica energetica promossa, in Sardegna, dal Governatore Soru. Oggi, all'alba, una nuova azione alla centrale Enel di Brindisi. Per ricordare a tutti che il carbone è il nemico numero uno per il clima.

Attivisti di Greenpeace in azione a Brindisi per dire a ENEL e al Governo Italiano, NO al carbone.

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L'azione è iniziata questa mattina, all'alba. I nostri attivisti sono entrati all'interno dell'impianto e hanno aperto striscioni sia sul tetto della centrale, che sul grande carbonile all'aperto. Il banner più grande - 500 mq di striscione - è stato posto accanto al logo dell'Enel con la scritta "1st climate killer in Italy". Quella di oggi è un'azione di portata internazionale: oltre agli attivisti italiani hanno partecipato quindici volontari provenienti da Canada, Svizzera e Gran Bretagna.

La centrale di Brindisi Sud è il primo impianto in Italia per emissioni di gas serra, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006. Enel è la prima azienda 'clima killer' in Italia, con 51,6 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006.

Classifica delle centrali italiani più inquinanti[ dati in milioni di tonnellate di CO2 ]

  Impianto 2006 2005
1 ENELCentrale di Brindisi Sud (carbone) 14,4 15,3
2 ILVA SpaAcciaieria di Taranto (carbone) 10,7 10,1
3 EDISONCentrale di Taranto (gas industriali) 10,1 10,0
4 ENELCentrale di Montalto di Castro (gas e olio) 7,4 5,9
5 SARAS SpaRaffinerie (gas da petrolio) 6,2 6,3
6 ENDESA ItaliaCentrale di Fiumesanto (olio e carbone) 4,8 4,1
7 ENELCentrale di Fusina (carbone) 4,6 5,6
8 TIRRENO POWERCentrale di Vado Ligure (carbone) 3,9 3,7
9 ENDESA ItaliaCentrale di Monfalcone (carbone e olio) 3,4 2,7
10 ENIRaffineria di Gela (pet coke) 3,3 3,5
11 EDIPOWERCentrale di San Filippo del Mela (olio) 3,2 3,6
12 ENELCentrale di La Spezia (carbone e gas) 3,1 3,2

FONTE: Elaborazione Greenpeace su dati Commissione europea (CITL) - solo settori industriali soggetti a Direttiva Europea sull'Emission Trading

Dobbiamo voltare pagina. Occorre investire su fonti rinnovabili e misure per l' efficienza energetica: è questo il messaggio di Greenpeace per Enel; è questo il messaggio che abbiamo inviato venerdì scorso a Soru, responsabile, in Sardegna, di una politica energetica dissennata a favore del carbone e contraria alla diffusione dell'eolico. Ed è questo, infine, il cuore della "Energy Revolution", la strategia globale di politica dell'energia proposta da Greenpeace.

L'Europa dovrà ridurre le proprie emissioni di almeno il 20 per cento entro 2020. Non ci sono alternative: per raggiungere questo obiettivo, l'Italia dovrà riportare le proprie emissioni sotto controllo e dire NO al carbone, chiudendo gli impianti obsoleti come quello Enel di Brindisi.