Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Cara Ministra Prestigiacomo...

News - 9 dicembre, 2008
La direttiva per le rinnovabili è stata finalmente approvata. L'Unione europea ha raggiunto un accordo storico per garantire un futuro energetico sicuro e pulito a milioni di cittadini europei. Certo non grazie al Governo italiano con le sue posizioni da medioevo su diversi aspetti del pacchetto 'energia e clima. Sabato scorso i volontari di Greenpeace in tutta Italia hanno svolto attività di sensibilizzazione in occasione della giornata per il clima. Ma il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e un esponente del Pdl, Lucio Malan, hanno espresso a riguardo diverse obiezioni. Ecco le risposte di Greenpeace. Punto per punto.

Lo striscione aperto da Greenpeace alla centrale ENEL di Civitavecchia.

1. Sul livello dei mari

L'attività svolta sabato scorso non si prefiggeva di dare evidenza scientifica al fenomeno, ma di informare e sensibilizzare il pubblico sulla gravità degli impatti dei cambiamenti climatici. Pur trovandosi in città diverse e ad altitudini diverse, i volontari di Greenpeace hanno correttamente spiegato alle persone che il livello dei mari aumenterà di circa 20 cm al 2040 e 60 cm al 2100, solo per effetto dell'espansione termica degli oceani e senza contare il contributo della fusione dei ghiacci su terraferma dell'Artico. Tanto basta per mettere a rischio gli oltre 7.000 km delle coste italiane, con gravi costi per il Paese.

È ridicolo che Lucio Malan definisca come una questione ancora controversa il contributo delle emissioni antropiche al cambiamento climatico, quando su questo punto gli scienziati dell'IPCC hanno raggiunto pieno accordo. Vorremmo invece sapere da Malan quali attività di informazione sui cambiamenti climatici stia organizzando il Ministero dell'Ambiente, visto che - al contrario dell'anno scorso, quando il Ministero aveva organizzato una Conferenza nazionale sul tema - non abbiamo evidenza di simili iniziative.

2. La posizione italiana e il carbone

Le posizioni difese dal Ministro Prestigiacomo in Europa ricalcano più le richieste formulate da Confindustria, che quelle delle associazioni ambientaliste. Per "rendere le rinnovabili una concreta alternativa energetica" - come sostiene il Ministro - occorre accettare la proposta della Commissione europea per il 20% di energia pulita al 2020 senza le richieste assurde presentate dall'Italia. Il Ministero dell'Ambiente, infatti, ha fatto il possibile per far saltare gli accordi:

- ha presentato uno studio sui costi del pacchetto "clima" infondato e contro le stesse cifre della Commissione

- ha chiesto di rivedere al ribasso l'obiettivo per l'Italia (17% da fonti rinnovabili al 2020)

- ha chiesto di conteggiare come energia rinnovabile anche quella prodotta in Paesi extra-europei, ma non realmente importata in Europa.

Con la scusa di 'maggiore flessibilità', queste richieste sono tese a indebolire lo sforzo dell'Italia verso lo sviluppo delle rinnovabili, per favorire lo sviluppo del carbone, la fonte più inquinante. È un fatto di questi giorni il via libera dello stesso Ministero dell'Ambiente a due progetti di nuove centrali a carbone: Fiume Santo in Sardegna e Vado Ligure in Liguria. Questi impianti faranno aumentare le emissioni di gas serra del Paese e soddisferanno una domanda che poteva essere coperta dalle rinnovabili. (Leggi il briefing 'Il governo italiano è contro Kyoto').

Greenpeace ribadisce che se difendere l'ambiente vuol dire frenare le rinnovabili in Europa e favorire il carbone in Italia, allora il Ministro Prestigiacomo dovrebbe dimettersi.

Anzichè blaterare su nucleare e cancellare gli incentivi del 55 per cento alle rinnovabili e al risparmio energetico degli edifici, ci aspettiamo che l'Italia faccia un vero e proprio Piano Marshall su efficienza e rinnovabili, settori nei quali si gioca la possibilità di un futuro sostenibile anche per il nostro Paese.