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Exxon Valdez: ultimo atto, 20 anni dopo

News - 11 febbraio, 2009
A vent'anni di distanza si chiude quasi con una beffa una delle più drammatiche catastrofi ambientali della storia: lo sversamento di oltre 41 milioni di litri di greggio nel sito di Prince William Sound, in Alaska, fuoriusciti dallo scafo della Exxon Valdez, petroliera di proprietà della Exxon Mobil. A circa 33mila persone costituitesi parte civile, la compagnia dovrà risarcire danni per poco più di 500 milioni di dollari: un decimo circa della cifra iniziale che la corte federale aveva imputato alla compagnia, pari a 5 miliardi di dollari.

Alaska, Prince William Sound - Vent'anni fa 41 milioni di litri di greggio fuoriescono dallo scafo della petroliera Exxon Valdez.

La Exxon Mobil è stata ritenuta colpevole di aver lasciato un capitano alcolizzato alla guida della petroliera. Ma il risarcimento che la compagnia dovrà pagare è irrisorio: la Exxon Mobil genera 500 milioni di dollari nel giro di una settimana. Poco danno alla Esso, ma una tragedia assoluta per l'ecosistema di Prince William Sound e per migliaia di famiglie, pescatori e commercianti che traevano sostentamento dalle risorse naturali della baia.

Fino a quando i Paesi industrializzati continueranno a dipendere largamente dai combustibili fossili, tragedie come queste continueranno a ripetersi. E non sarà possibile arrestare i cambiamenti climatici in corso. Lo scorso 22 dicembre 2008, sempre in America, si è verificata, infatti, un altro gravissimo incidente: circa 2 miliardi di metri cubi di fanghi tossici sono fuoriusciti dalla centrale a carbone di Kingston, un impianto costruito 50 anni fa nel nord-est dell'Alabama.

I fanghi, provenienti dalle ceneri di scarto della combustione del carbone, contenevano alte concentrazioni di metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombo, cromo, arsenico e anche benzene. Come è stato scritto sul New York Times, si tratta del maggiore disastro ambientale di questo tipo.

I fanghi tossici, fuoriusciti dalle vasche di contenimento, si sono riversati nei fiumi Emory e Clinch, due immissari del Tennessee che rifornisce milioni e milioni di persone. I danni sull'ecosistema sono ancora incalcolabili. Ma una cosa è già certa: se il disastro dell'Exxon Valdez è stato il simbolo dell'inquinamento vent'anni fa, Kingston lo è oggi.

Agli occhi dell'America di Obama è questo un duro colpo per la lobby del "carbone pulito". L'incidente mostra chiaramente che il termine è una semplice contraddizione e che l'unico carbone pulito è quello che rimane sottoterra. Se le centrali di ultima generazione possono ridurre parzialmente le emissioni in atmosfera, nulla si può fare per annullare gli effetti devastanti della lunga catena di produzione del combustibile. L'abbiamo denunciato nel rapporto "I veri costi del carbone"

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