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Scelte illuminate. Esselunga scala la classifica

News - 16 ottobre, 2009
"Scelte illuminate" è la nostra classifica sull'impegno della grande distribuzione a rimuovere le lampadine incandescenti dai propri scaffali, prima del bando europeo al 2011. Esselunga balza dall'ultimo al secondo posto, mandando in pensione le lampadine sprecone con tre anni di anticipo.

In tutta Italia i volontari di Greenpeace hanno fatto visita ai punti vendita delle maggiori catene della grande distribuzione (Coop, Esselunga, Auchan) per chiedere di porre fine alla vendita delle lampadine sprecone.

A settembre, infatti, i nostri volontari hanno controllato circa quaranta supermercati Esselunga a Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Torino, Voghera, Milano e nell'hinterland milanese. A parte alcuni fondi di magazzino in esaurimento, solamente in un supermercato a Torino sono state riscontrate lampadine incandescenti con wattaggi da 25 a 100 Watt ancora in vendita sugli scaffali.

Siamo soddisfatti che Esselunga abbia mantenuto le promesse fatte la scorsa estate. Ora verificheremo anche l'impegno di Coop, che aveva annunciato di eliminare le lampadine a incandescenza entro la fine dell'anno.

Se alcune importanti catene della grande distribuzione hanno già preso impegni concreti - come Leroy Merlin che è in vetta alla classifica - ci sono ancora alcuni operatori che spiccano per negligenza. Agli ultimi posti delle "Scelte illuminate" si piazzano Conad, Despar, Finiper. È Carrefour a vincere la maglia nera per la quantità di lampadine sprecone vendute.

La messa al bando delle lampadine incandescenti permetterà di ridurre i consumi elettrici degli italiani di 5,6 TWh, pari a un beneficio economico per le famiglie di circa un miliardo di euro l'anno, e un abbattimento di emissioni di CO2 di circa 3 milioni di tonnellate.

Il rapporto "La rivoluzione dell'efficienza", che abbiamo commissionato al gruppo eERG del Politecnico di Milano, mostra che in Italia attraverso misure di efficienza energetica si potrebbero tagliare 100 miliardi di kWh entro il 2020, quasi un terzo degli attuali consumi del Paese.

L'efficienza energetica è un chiaro esempio di come si può far bene al clima e alle tasche dei consumatori in tempi di crisi economica.

Il governo italiano, tuttavia, sta puntando su nucleare e carbone, tutto il contrario di quello che servirebbe per centrare gli obiettivi europei al 2020. Non un risparmio ma un danno per le famiglie: saranno gli italiani a pagare le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi europei e i costi del nucleare.

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