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IPCC. Aut aut per il clima

È ora che i governi di tutto il mondo scelgano la strada delle rinnovabili e dell'efficienza!

News - 30 aprile, 2007
IPCC è riunito a Bangkok per discutere il rapporto "Mitigation of Climate Change", un nuovo avvertimento sulle conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici. Il clima del pianeta è al bivio. Greenpeace chiede ai governi di tutto il mondo di scegliere la strada delle fonti rinnovabili e dell'efficienza. O non ci sarà più tempo per tornare indietro.

Attivisti di Greenpeace scalano i 327 metri della Torre Effeil e stendono un enorme striscione con un messaggio sul cambiamento climatico: "Non è troppo tardi per salvare il clima!". In questi giorni si tiene proprio a Parigi la riunione dell'IPCC, il panel internazionale di scienziati che studia il cambiamento climatico. Greenpeace invita i governi di tutto il mondo a prendere in considerazione le preoccupazioni del mondo scientifico e ad agire in modo concreto per proteggere il clima, perchè è ancora possibile evitare che il cambiamento climatico diventi una catastrofe.

Le decisioni prese ora sulle politiche energetiche determineranno l'entità dei disordini climatici ai quali il pianeta sarà soggetto nei prossimi anni: continuare nella direzione dei combustibili fossili significherà andare verso un futuro di eventi meteorologici estremi, siccità e instabilità sociale.

L'IPCC valuterà tutti i recenti studi sulle possibilità di ridurre le emissioni di gas serra. Greenpeace, in collaborazione con il Consiglio Europeo dell'Energia Rinnovabile (EREC), ha però già presentato una strategia su come ristrutturare il sistema energetico.

La parola chiave è Energy [R]evolution: le emissioni globali di CO2 potrebbero essere dimezzate entro il 2050, investendo sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica.

Il volume di investimenti per i nuovi impianti fino al 2030 rientrerebbe in un margine di 300-350 miliardi di dollari all'anno, pressoché lo stesso ammontare di soldi che oggi vengono investiti in sussidi ai combustibili fossili. Trasferire questi soldi e investirli in fonti rinnovabili, cogenerazione ed efficienza potrebbe dimezzare le emissioni globali di CO2, prodotte su scala globale dal settore elettrico, entro il 2030.

Il piano energetico di Greenpeace dimostra che nel mondo ci sono fonti energetiche sicure e rinnovabili a sufficienza. E i livelli necessari di efficienza energetica sono a portata di mano. Tutto questo eliminando  risorse dannose e pericolose come il carbone e il nucleare ed evitando stratagemmi tecnologici poco sicuri come la cattura e  il sequestro della CO2.