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L'ITTO chiacchiera. Le foreste muoiono

News - 8 maggio, 2007
L'ITTO (International Tropical Timber Organization) è riunito a Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, per l'inizio del suo 42° vertice. Attivisti di Greenpeace si sono calati dal tetto del Plaza Crowne hotel, sede del meeting, e hanno spiegato un banner con la scritta "ITTO Stop Forest Destruction". Un promemoria per l'ITTO, che nel 1990 si era dato come priorità assoluta quella di assicurare che, entro il 2000, il commercio di legno tropicale provenisse da foreste gestite in modo sostenibile. Ma le foreste tropicali continuano a essere distrutte.

Attivisti di Greenpeace in azione a Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, per salvare le foreste

L'ITTO era stato creato sotto gli auspici delle Nazioni Unite proprio con l'obiettivo di trovare un compromesso tra la protezione delle foreste tropicali e l'impiego e la commercializzazione delle risorse forestali. I suoi 59 membri rappresentano, infatti, circa l'80 per cento delle foreste tropicali mondiali e il 90 per cento del commercio globale di legno tropicale. Curiosamente, però, da quando l'ITTO ha annunciato il suo "Objective 2000",  le foreste tropicali del pianeta si trovano sempre più sotto l'incredibile pressione dell'industria del legno e dell'espansione di soia e delle piantagioni di palma da olio.

E' stato l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) a decretare che la protezione delle grandi foreste pluviali è uno dei metodi più efficaci ed economici per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Malgrado ciò, si continua a mancare l'obiettivo di proteggere i polmoni verdi più vitali. A giugno 2006, per ammissione della stessa ITTO, le foreste tropicali gestite in modo sostenibile non arrivavano neanche al 5 per cento del totale. Dall'Amazzonia, al Congo, alla Papua Nuova Guinea, le foreste vengono fatte a pezzi a un ritmo allarmante.

Attivisti di Greenpeace in azione presso il Crowne Plaza hotel di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea.

Oltre a rappresentare uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta, le foreste tropicali sono una importantissima riserva di carbonio: liberato in atmosfera, questo incrementerebbe in maniera sostanziale il riscaldamento globale. Ed è purtroppo quello che sta accadendo: un quarto delle emissioni causate dall'uomo proviene proprio dalla distruzione delle foreste tropicali.

Il sessanta per cento delle grandi foreste intatte della Papua Nuova Guinea è già stato distrutto. Greenpeace stima che oltre il 90 per cento del taglio avvenga per di più in forma illegale, senza le dovute consultazioni con le comunità indigene, cui secondo la Costituzione spetta la proprietà della foresta. Tra l'agosto del 2000 e l'agosto del 2005, l'Amazzonia ha perduto 12,8 milioni di ettari di foresta. All'Indonesia è stato confermato  il Guinness dei Primati per la deforestazione, mentre la Repubblica Democratica del Congo rischia di perdere il 40 per cento delle proprie immense foreste entro il 2050.

Greenpeace chiede ai governi di adottare immediatamente una moratoria sull'espansione delle concessioni forestali e di istituire una rete di aree protette. E' inoltre fondamentale che i governi adottino da subito una legge che vieti l'importazione di legno di origine illegale e distruttiva.

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