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Un anno nero per il tonno rosso

News - 11 novembre, 2010
Rome, Italia — Anche quest'anno la pesca al tonno rosso nel Mediterraneo è stata un'autentica frode. Infrazioni delle regole sulla pesca, mancato rispetto dell'obbligo di dichiarare le catture, buchi nella tracciabilità sia in operazioni di pesca sia nelle attività di ingrasso.

 

Il tonno rosso è in pericolo. E l'ICCAT non fa molto per tutelarlo.

Mancano pochi giorni all'apertura dei lavori dell'ICCAT, la Commissione per la Conservazione del Tonno Atlantico, che inizierà il 17 novembre a Parigi e, proprio per cercare di cambiare le sorti del tonno nel 2011, abbiamo deciso - insieme al WWF - di porre all'attenzione dei membri della Commissione dati allarmanti e casi di frodi fuori controllo.

Come quello delle 18 tonnellate di tonno rosso catturate da un peschereccio turco e sfuggite al sistema di documentazione dell'ICCAT. Non solo il pescato non è stato tracciato, ma il capitano della tonnara volante ha fornito informazioni false sull'identità del rimorchiatore che ha ricevuto il carico.

E poi la vicenda degli osservatori dell'ICCAT alle prese con delle gabbie che non sono state svuotate prima del trasferimento di nuovi tonni. Per giustificarsi, i responsabili degli allevamenti hanno dato le solite scuse aneddotiche. Risposte evasive e credibilità pari a zero.

Per non parlare delle difficoltà riscontrate dagli osservatori a bordo di pescherecci francesi e spagnoli nello stimare la quantità di tonno presente nelle gabbie e che, nella maggior parte dei casi, hanno riconosciuto che la stima era "semplicemente impossibile".

Troppe le violazioni documentate, senza contare quelle sfuggite ai controlli. Nonostante la situazione degli stock sia tragica, governi come Francia e Italia continuano a difendere i profitti a corto termine di un'industria corrotta e morente a scapito della sopravvivenza della specie.

Per questo chiediamo con urgenza ai Paesi membri dell'ICCAT di stabilire a Parigi un piano di recupero per il tonno rosso del Mediterraneo. Un piano che, basandosi su dati scientifici, chiuda finalmente questa pesca corrotta e stabilisca zone di protezione in aree di riproduzione della specie, come le Isole Baleari e il Canale di Sicilia.

I dati che stiamo riportando dimostrano che non vi è alcun miglioramento in atto rispetto alla grave situazione di illegalità e corruzione degli anni precedenti. Questa situazione, che denunciamo da tempo, è stata ribadita solo pochi giorni fa dai risultati dell'indagine giornalistica dell'ICIJ (Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo) che aveva analizzato la pesca al tonno rosso tra il 1998 e il 2010. In dodici anni lo scandaloso scenario di infrazioni non è cambiato!

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