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In azione a Venezia: una barca di carbone a Zaia

News - 20 luglio, 2011
Mentre il Consiglio Regionale del Veneto si riunisce per l’approvazione della legge "salva carbone" a Porto Tolle, i nostri attivisti hanno portato una barca di carbone davanti al palazzo sul Canal Grande a Venezia. Chiaro il messaggio: "Il carbone pulito non esiste".

Davanti alla sede del Consiglio, gli attivisti hanno anche montato una ciminiera alta tre metri e aperto un altro striscione, rivolto al governatore della Regione Veneto: “Il futuro secondo Zaia? Nero come il carbone”.

Quella in discussione oggi è una norma “ad aziendam” , o meglio un regalo a Enel: cambiare la legge di un parco già fragilissimo – quello del Delta del Po – per consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.

Il progetto di riconversione a carbone è già stato bocciato dal Consiglio di Stato: vogliono cambiare la legge per aggirare la sentenza e favorire Enel.

Questa centrale comporterebbe l’emissione di oltre 10 milioni di tonnellate l’anno di CO2: più di 4 volte le emissioni annuali di una città come Milano. Porto Tolle diventerebbe così la seconda fonte “clima killer” in Italia, dopo la centrale Enel di Brindisi.
In più, l’impianto a carbone emetterebbe 2.800 tonnellate l’anno di ossidi di azoto (quanto 3,5 milioni di auto nuove in un anno) e 3.700 tonnellate annue di ossidi di zolfo, cioè più del doppio delle emissioni dell'intero settore trasporti in Italia.

Davanti alla vecchia centrale a olio c’è il terminal gasifero offshore più grande del mondo. Convertire la centrale a gas - invece che a carbone - costerebbe, a parità di potenza, la metà; occuperebbe poco meno e inquinerebbe molto meno.

Se poi Enel spendesse i 2,5 miliardi di euro, previsti per la riconversione, in fonti energetiche rinnovabili, occuperebbe, in fase di costruzione e installazione fino a 3 volte di più che con il carbone e in fase di funzionamento e manutenzione fino a 17 volte di più.

Quegli stessi soldi, investiti in efficienza energetica, produrrebbero oltre dieci volte l’occupazione della centrale a carbone e farebbero risparmiare tre milioni di tonnellate l’anno di CO2.

Una notizia di questi giorni è che negli Usa è fallito il più grande progetto al mondo per il carbone così detto ‘pulito’. Solo in Cina si continua a investire su quella fonte: è quello il nostro modello di sviluppo?

ENTRA IN AZIONE
Abbiamo poche ore prima che la legge “salva carbone” diventi realtà. Chiedi subito al governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, di fermare questo scempio nella zona protetta del Delta del Po.

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