Le grandi multinazionali degli alimenti e delle bevande, con i loro prodotti in plastica monouso, promuovono uno stile di vita e di consumo basato sull’usa e getta e sono le forze predominanti dietro la grave crisi ambientale dell’inquinamento da...
Secondo documenti in possesso di Greenpeace, dal 2014 al 2017 la Miteni di Trissino - società già individuata dalle autorità come fonte principale della contaminazione da PFAS in una vasta area del Veneto – dopo aver ottenuto dalla Regione Veneto...
Nelle acque marine superficiali italiane si riscontra un’enorme e diffusa presenza di microplastiche comparabile ai livelli presenti nei vortici oceanici del nord Pacifico, con i picchi più alti rilevati nelle acque di Portici (Napoli) ma anche...
Chi paga per l’inquinamento da Pfas in Veneto? È questo uno degli interrogativi principali a cui cerca di dare una risposta il rapporto “Emergenza Pfas in Veneto, chi inquina paga?”.
L’economia circolare è sulla bocca di tutti, ma dietro questa bella etichetta si nasconde il sogno impossibile dell’industria che la circolarità possa risolvere il problema di un consumo eccessivo di risorse.
Greenpeace pubblica oggi il rapporto “Non ce la beviamo”, in cui vengono presentati i risultati di un monitoraggio condotto dall’associazione sulla presenza di PFAS (sostanze perfluoralchiliche) nell’acqua potabile di alcune zone del Veneto.
Un sondaggio condotto da SWG per Greenpeace, su un campione di 1.000 italiani, uomini e donne tra i 20 e 45 anni, relativo alle abitudini degli italiani nell’acquisto di capi di abbigliamento, rivela che un italiano su due dichiara di possedere...
Nel febbraio 2017 Greenpeace ha raccolto campioni di acqua in un’area, tra le province di Vicenza, Verona e Padova, nota per la contaminazione da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche).
La produzione di composti chimici pericolosi come i PFC (composti poli- e per-fluorurati) ha generato un inquinamento diffuso nelle acque superficiali (fiumi e laghi), potabili e di falda ma anche nell’aria e nella polvere domestica. Le aree...
Per conto di Greenpeace, due laboratori indipendenti hanno testato 17 capi d’abbigliamento outdoor alla ricerca di perfluorinati e perfluorocarburi (PFCs).
Questo briefing è estratto dal rapporto pubblicato da Greenpeace International "Toxic Threads: Putting Pollution on Parade".
Le grandi catene di moda vendono indumenti contaminati da sostanze chimiche pericolose che possono alterare il sistema ormonale o che, se rilasciate nell'ambiente, possono diventare cancerogene. È la denuncia pubblicata nel rapporto...
In vista della Giornata Mondiale dell'acqua vi spieghiamo come il bucato di tutti i giorni può inquinare le acque di casa nostra.
Fra il 15 e il 18 febbraio, a un mese dal disastro Costa Concordia, Greenpeace ha verificato lo stato dei fondali dell'isola del Giglio e prelevato alcuni campioni di acqua marina superficiale dalla costa. Gli obiettivi erano due: fotografare lo...
A poco più di un mese dal tragico incidente della Costa Concordia, Greenpeace pubblica "Toxic Costa", un inventario ragionato delle sostanze e dei materiali pericolosi ancora presenti sulla nave.
Venticinque mila, sono le tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dai lavori di bonifica della ex Sisas di Pioltello-Rodano e spediti alla discarica di Nerva, in Spagna, nel corso di quest'anno.
Greenpeace denuncia con nuovi dati la contaminazione da sostanze chimiche pericolose di quest'area di mare protetta.
La bonifica della ex-Sisas è un esempio lampante della situazione attuale dei SIN e dell'inadeguatezza della gestione emergenziale. Dopo aver documentato le irregolarità e i mancati trattamenti nella gestione dei rifiuti tossici esportati in...
Oggi in Italia le aree da bonificare sono moltissime: 57 di esse, le più pericolose, sono classificate come "Siti d'Interesse Nazionale" (SIN) e coprono il 3 per cento del territorio del Paese: 1.800 chilometri quadrati di aree marine, lagunari e...
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